“Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi. I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore”

Art. 54 della Costituzione Italiana

giovedì 28 novembre 2013

Perché sono rimasta a casa

Chiedo scusa agli elettori di “Un’altra città è possibile” se stasera non ho partecipato al Consiglio comunale. Nessuno dei consiglieri di opposizione lo ha fatto, e anzi oggi pomeriggio abbiamo protocollato la richiesta di rimandare la seduta e  riconvocare il Consiglio secondo le modalità prescritte per legge, stavolta. Infatti il punto è proprio questo: non abbiamo potuto partecipare al Consiglio semplicemente perché i documenti ci sono stati consegnati solo poche ore fa,  oltre ad altri vizi di forma nel numero dei giorni dalla convocazione a stasera.
Quando si tratta di Consigli comunali la faccenda del tempo è essenziale.
L’opposizione ha il compito di valutare atti che non ha mai visto, che non ha prodotto, che non ha condiviso. Affinché tale controllo abbia un minimo di dignità (e di senso) i consiglieri devono avere il tempo di leggere le bozze di delibere, rileggerle, raccogliere dati, fare giri negli uffici, discuterne insieme, farne una sintesi.
Il Consiglio di stasera prevede punti importanti, purtroppo. Ben tre interrogazioni presentate da noi (tra cui una relativa allo stato dei fossi e alla mancanza di un Piano di Emergenza Comunale, presentata più di un mese fa) e inoltre una delibera su debiti fuori bilancio ed una sulla salvaguardia degli equilibri di bilancio.
Le risposte alle interrogazioni ci sono state recapitate martedì, e non avrebbero costituito problema: le altre due delibere, però, presuppongono competenze tecniche tali che non si possono improvvisare.
Del resto, anche chi possiede tali competenze ha diritto al tempo necessario per esprimere una valutazione meditata.
Le bozze delle due delibere sono state disponibili solo nella tarda mattinata di oggi, quindi mi è mancato il tempo, ci è mancato il tempo, per approfondirle.
Chiedo scusa, ma mi permetto di esprimere un sentimento: mi dispiace di essere stata costretta a venir meno ad un impegno, ma non mi strappo i capelli all’idea di aver perso una seduta di Consiglio, se non altro perché l’ultima, quella di due giorni fa, ancora è piuttosto recente…
Nell’ultima seduta di  martedì 26   novembre l’opposizione ha cercato di dimostrare alla maggioranza come fosse ancora possibile abolire la TARES e tornare a TARSU. Ha mostrato circa 600 firme raccolte in 3 giorni. Ha argomentato con cifre e dati, stringenti e credibili.
 La maggioranza ha risposto picche ai cittadini e alle nostre cifre, e io non nego il suo diritto a fare ciò, ma “il modo ancor m’ offende”, e lo dico  da cittadina, prima che da consigliera comunale.
Quando Fronti ha chiesto un’interruzione del Consiglio per una riunione di capigruppo, per poter spiegare meglio, per proporre una tempistica, il capogruppo PDL Marco Maggi (che è lo stesso di 5 anni fa) ha preso la parola e come già fatto diverse volte nel corso dei 5 anni ha detto forte e chiaro così (quasi con le stesse parole dei 5 anni): ringraziamo la minoranza per il contributo, ma noi andiamo avanti per la nostra strada.
Quando poi,  dopo aver discusso la delibera sulla Tares, siamo passati a discutere di bilancio, quando poi siamo tornati sul fatto che, con la TARES, il Comune di Santa Marinella finisce per avere oltre 7 milioni da spendere nell’unico mese che manca alla fine del 2013, alcuni di  maggioranza hanno cominciato a mandare messaggi altrettanto forti e chiari: fatela finita che ci avete stufato.

Peccato, perché si lavora per la città.
Peccato che i nuovi (quelli che non sono mai venuti in Consiglio comunale in precedenza) non sappiano cosa è successo nei trascorsi 5 anni, e quanto temiamo la continuità - degli atteggiamenti e delle decisioni, tipo Consigli comunali in cui i documenti vengono consegnati poche ore prima della seduta. Con la minoranza che protesta, scrive, chiede e quindi resta a casa.
Peccato.

Paola Rocchi

p.s. Giunge notizia che la maggioranza ha regolarmente svolto il Consiglio comunale. Senza l'opposizione tra i piedi è durato pochissimo.  

lunedì 25 novembre 2013

Convocazione del Consiglio Comunale


Inviatimo tutti i cittadini a partecipare alla prossima e importante riunione di  Consiglio Comunale che si terrà martedì  26 novembre alle ore 18.00 presso la sala Flaminia.
Saranno trattati tutti temi relativi al Bilancio (di previsione!) 2013.
Questo il link per visionare l'ordine del giorno completo.

http://www.santamarinella.rm.gov.it/news/avvisi/avviso-convocazione-consiglio-comunale-prima-convocazione-26-novembre-2013-e-seconda-con

domenica 24 novembre 2013

Piano di emergenza: ora si può.


Questa è la volta buona: anche S. Marinella può avere un piano di emergenza comunale. E’ il momento giusto e ci sono i soldi per farlo.
E’ difficile capire quale improbabile combinazione di idiozia e di ignavia abbiano portato a questa situazione, ma sta di fatto che uno dei comuni con il più alto rischio idrogeologico del Lazio, il nostro per l’appunto, non si è mai dotato di un piano di emergenza comunale.
Se è vero che le immagini della Sardegna ci hanno turbato, è altrettanto vero che le cifre di quell'evento ci hanno terrorizzato. Nell'alluvione del 1981 noi abbiamo avuto circa 200 mm di pioggia in 24 ore, in Sardegna ne sono caduti 440 nello stesso periodo di tempo.  La pioggia della Sardegna è stata maggiore di oltre due volte rispetto al nostro alluvione del 1981, un evento del genere sul nostro territorio avrebbe causato un disastro devastante.
Gestire S. Marinella senza una pianificazione in caso di emergenza, senza un sistema codificato di allerta e allarme, senza una procedura per l’evacuazione e per i soccorsi è semplicemente follia.
I soldi stavolta ci sono. Stiamo per approvare il bilancio di previsione del 2013 e, avendo speso per 11 mesi in assenza di previsione, ci apprestiamo, condizione mai verificatasi negli ultimi 10 anni, a rilevare un eccesso di soldi da spendere. Il comune si troverà nella condizione di avere significative risorse da impegnare nel mese di dicembre, e questo non succedeva da molto tempo.
Negli ultimi anni “abbiamo” affidato il piano di emergenza a volontari, professionisti in pensione, amici, parenti di amici. Bacheca ha portato questo documento in Consiglio Comunale per 3 volte senza che questo atto avesse mai la compiutezza e le caratteristiche necessarie per l’approvazione. Per due sedute di seguito è stato messo all'ordine del giorno e ritirato durante la seduta.
E’ ora di cambiare rotta: il piano di emergenza non lo devono redigere i volontari bensì professionisti che lo fanno per mestiere. Bisogna pagarlo perché è una cosa seria.
Martedì c’è il Consiglio Comunale con l’approvazione del bilancio di previsione: basta approvare un emendamento e impegnare 40.000 euro per questa cosa. Nel mese di dicembre procedure di affidamento e entro Natale l’incarico è affidato.
E possiamo sognare. Fatto il piano di emergenza possiamo pensare ai sistemi di allarme. Le tecnologie ci sono: basta un pluviometro digitale con una centrale GPRS collegata a 10 telefoni, a facebook, a twitter. Sappiamo che dopo 80 mm di pioggia a S. Marinella scatta l’allerta, sappiamo cosa succederà e dove. Basta una cosa del genere, basta guardare dove queste cose già esistono. Altri 15.000 euro di spesa. Un’inezia. E a quel punto sì che serviranno i volontari, per fare formazione e sensibilizzazione tra i nostri cittadini. Basta questo, basta crederci.
Sono stufo. Stufo della stucchevole sequela di demagogia che segue a ogni disastro naturale. Stufo degli sciacalli dell’informazione, dell’incompetenza, dei messaggi di cordoglio, delle pagine vuote dei giornali. E il giorno dopo tutto come prima, giocando ogni anno alla roulette russa della natura. Ora abbiamo l’opportunità di reagire nell’unico modo possibile all’evento della Sardegna. Affrontare e risolvere il problema della pianificazione dell’emergenza del nostro comune. 
Possiamo farlo adesso, fare diversamente sarebbe una follia.

Stefano Massera


Lettera di un adolescente



Caro Sindaco,
In questi giorni è caduta giù un sacco di pioggia, il cortile di casa mia è diventato una piscinetta e poi c’è stata l’alluvione in Sardegna. Quando piove, sono sempre un po’ agitato da quando mi hanno spiegato che a S. Marinella c’è  un  grande rischio idro-geologico .
Io non sono un pauroso in genere, mi piace affrontare il rischio, ma come mi insegna il mio maestro di judo, il rischio deve essere valutato per essere meglio affrontato. Non sono d’accordo con i miei compagni di scuola che dicono che sono esagerato e che se viene l’alluvione allora ci penseremo. Mi dicono pure che me la tiro e che di queste cose è meglio non parlarne.
Io invece penso che bisogna parlarne per conoscere e per intervenire. Ho fatto alcune ricerche su internet e tutte dicono che tutti i Comuni dovrebbero preparare  un PEC, Piano di Emergenza Comunale. Questo piano si fa in tempo di pace  (così è scritto sul sito) per funzionare in tempo di emergenza. Il PEC dovrebbe stabilire (per non sbagliare copio dal sito)   le emergenze del territorio, stabilire i piani di intervento in caso di calamità, stabilire delle “vie di fuga” per raggiungere aree di “attesa” dove il personale che può essere anche volontario, ti accoglie o ti manda in zone “di ricovero”.
Caro Sindaco, il nostro Comune ce l’ha un PEC?
Il PEC dovrebbe prevedere anche tutte quelle operazioni  che si dovrebbero fare prima delle emergenze, come per esempio la pulizia dei fossi, il controllo sotto i ponti per vedere se qualcuno ci va a buttare cose che impediscono all’acqua di passare. Ho sentito dire addirittura che qualcuno ha messo una piscina dove dovrebbe passare l’acqua.
Caro Sindaco,  perché  permette tutto questo?
Ho letto che il PEC deve essere scritto e comunicato ai cittadini perché i cittadini devono imparare  a comportarsi correttamente e devono sapere anche dove possono ricevere informazioni.
Quando ho chiesto a mamma e papà se loro conoscevano questo piano, si sono messi a ridere, ma a me questa cosa non mi fa ridere per niente.
Ho letto  che il Piano va  scritto e poi ci devono essere esercitazioni per preparare tutti i cittadini, ma noi non abbiamo fatto mai nessuna esercitazione.
Ho letto che il piano non è scritto per creare panico, ma  per rendere i cittadini più responsabili. Una cosa che mi ha colpito molto è quella che dice che il Sindaco non deve tranquillizzare a tutti costi la popolazione  perché sennò non  aiuta ad affrontare  il pericolo.
Da grande vorrei fare il geologo per capirci di più e magari diventare volontario della protezione civile per  fare tutte quelle cose che vanno fatte in tempo di pace. Intanto però mi piacerebbe avere una tua risposta, tanti saluti, Claudio

*I dati sono  tratti da "La Protezione Civile del Sindaco" di Giancarlo Manfredi - Associazione Nazionale Disaster Manager nella versione sintetica della pagina face book dell’autore.

giovedì 21 novembre 2013

Le sirene della sfiducia



Per fortuna che c’è la vita privata. Per fortuna che ci sono gli affetti e la stupefacente bellezza del mondo, cose che resistono, nonostante tutto. Per fortuna, perché lo scenario pubblico è davvero deprimente e le sirene della sfiducia sono una tentazione forte, quella di dire che tanto tutto va male, e non andrà bene neppure domani, che tanto “tutti sono uguali”.
Ma “tutti” chi? Chi dice questo, forse fra i “tutti” mette anche se stesso e la sua rinuncia a cambiare le cose, che invece è una strada difficile, frustrante, in salita, ma è pur sempre strada da percorrere.  Chi rinuncia, e dice “tutti”, e ripete “tanto non cambierà niente”, poi che diritto ha di lamentarsi?

Così noi per sabato abbiamo organizzato un’assemblea pubblica, perché noi non ci sogniamo di dire che “tutti sono uguali”, e non vogliamo rinunciare.
Sabato 23, presso la sala piccola della parrocchia di San Giuseppe alle 17.30, parleremo della tassa sui rifiuti e servizi (la Tares) e parleremo di acqua pubblica.
Spiegheremo con i dati perché l’Amministrazione Bacheca (con qualche corsa, con molta buona volontà e impegno, ne siamo consapevoli) entro la prossima settimana potrebbe ancora evitare ai cittadini il salasso dell’ultima rata TARES.
Spiegheremo perché negli ultimi anni abbiamo pagato l’acqua non due, ma tre volte.

Il consigliere Minghella ci ha accusato di populismo, e poi, per sostenere le sue ragioni, ha sparato un elenco di cose imprecise, o addirittura fantasiose.

E noi sabato spiegheremo il perché.

Se la sala sarà piena, se in tanti verranno a interloquire con noi, sarà raggiunto il risultato importante di una città che vuole essere informata, ragionare, chiedere.

E sarebbe, questa sì, una gran cosa.


Mozione: Abolizione della TARES per l'anno 2013

Al Presidente del Consiglio Comunale
Mozione : Abolizione della TARES per l'anno 2013

I sottoscritti Consiglieri Comunali,
Premesso
che in data 30.10 2013 è stata approvata la delibera di Consiglio Comunale n°36 avente per oggetto : "Approvazione del Regolamento comunale per l'applicazione del Tributo Comunale sui Rifiuti e sui Servizi (Tares); 
che in data 30.10 2013 è stata approvata la delibera di Consiglio Comunale n°37 avente per oggetto : "Approvazione tariffe del tributo comunale sui rifiuti e sui servizi "TARES" anno 2013; 
che l'applicazione del regolamento e delle tariffe relative alla TARSU ha apportato un aumento considerevole per i contribuenti a fronte di un servizio scadente e insoddisfacente (come fatto rilevare anche dalla stessa amministrazione comunale);
che settori, quali quelli della ristorazione, commercio e turismo, con l'applicazione della TARES subiranno un aumento anche del 100% rispetto all'anno precedente;
che appare quanto mai opportuno non gravare ulteriormente sulle tasche dei cittadini in un periodo di ristrettezza economica e difficoltà;
Visto
Il comma 4-quater, dell'art. 5 della Legge 28 ottobre 2013, n. 124, prevede che:
....Omissis....Nel caso in cui il comune continui ad applicare, per l'anno 2013, la tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani (TARSU), in vigore nell'anno 2012, la copertura della percentuale dei costi eventualmente non coperti dal gettito del tributo e' assicurata attraverso il ricorso a risorse diverse dai proventi della tassa, derivanti dalla fiscalita' generale del comune stesso.
Impegnano
il Consiglio Comunale, ad annullare le delibere 36 e 37 del 30.10.2013, abolendo la TARES per l'anno 2013, con conseguente ritorno alla TARSU.

I Consiglieri Comunali: 
Massimiliano Fronti Andrea Bianchi Paola Rocchi Piero Vincenzi Marina Ferullo
Santa Marinella 16.11.2013

mercoledì 20 novembre 2013

Pagare meno si può

No
alla TARES
(Tassa sui rifiuti e servizi)
si puo' fare....
Firma la petizione per chiedere
al Consiglio Comunale l'abolizione della
TARES
per non pagare la
TERZA RATA di Dicembre.
Partecipa all'assemblea
Sabato 23 Novembre ore 17.30
Sala Flamina Odescalchi

Progetto Centro, PD,ACP
I Consiglieri Comunali

martedì 19 novembre 2013


Il bello che c’è


“Non esiste una nazione meglio attrezzata per affrontare un futuro di economia sostenibile. Siamo il Paese più bello del mondo e la bellezza è oggi la merce più ricercata. Abbiamo immensi giacimenti culturali, una miscela unica di meraviglie naturali e costruite nei secoli, una posizione centrale nel Mediterraneo, una situazione climatica ideale per produrre energia pulita, con sole, acqua, vento.”
                                                                                             Renzo Piano                                                                                                                                                                  
E se scommettessimo sulla bellezza?          



                                                                                 Foto di Patrizio Demartis

Il suggerimento viene dall’Unesco che dedica la settimana dello sviluppo sostenibile  - 18/24 novembre 2013 - al tema dei paesaggi  della bellezza. L’Italia conta ben 49 siti dichiarati  patrimonio dell’umanità, siti naturali e soprattutto  storici: le Dolomiti, i sassi di Matera, Pompei, Siena, Firenze, Venezia, Roma …
La caratteristica delle nostre città  è la sapiente integrazione  tra l’eleganza prodotta dall’uomo e la bella cornice naturale dove sorgono.  Certo nel XX secolo molto si è fatto per distruggerle affiancando ai meravigliosi centri storici periferie anonime e  cementificate che ne alterano  i  profili.
Ma proprio in tempo di crisi, lo sviluppo sostenibile potrebbe rivelarsi un’ opportunità per costruire il  futuro:  qualità della vita,  energia rinnovabile, nuovo modo di spostarsi e di alimentarsi.
Tanto più per cittadine di recente ubicazione come S. Marinella, che - costruite troppo in fretta e spesso in barba ad  ogni idea di pianificazione - appartengono per fortuna a un territorio che aspetta solo di essere scoperto e preservato nella sua bellezza naturale ed archeologica.
I monti e le colline tra  Allumiere, Tolfa, Manziana, Cerveteri e  Santa Marinella  sono stati  dichiarati dall’ Unione Europea Zona a Protezione Speciale (la biodiversità che li contraddistingue ne fa un unicum geografico: 30 specie circa di orchidee selvagge, 130 tipi di uccelli,  90 di farfalle ed altre rarità ancora, come la vite silvestre o un particolare tipo di felce); dove inoltre  è possibile rinvenire  siti  archeologici  che interessano varie epoche dalla romana alla etrusca fino a risalire  a quella più antica dell’ età del bronzo. Per non parlare delle cave di allume o del castello di S. Severa, della miniera a La Roccaccia o del forte Michelangelo.

In rete con le città confinanti è possibile pensare ad un circuito turistico da affiancare a quello più tradizionale che conduce a Roma? Un itinerario alternativo per chi apprezza la natura e la storia e ama trascorrere giornate in allegria con prelibatezze culinarie della tradizione locale?

domenica 17 novembre 2013

Il delegato Minghella e i 400.000 euro da pagare al Consorzio Medio Tirreno, ovvero: la fantasia al potere


Premessa: in questo post del 16 novembre 2013 avevamo illustrato le motivazioni di un nostro esposto alla Corte dei Conti sulla questione dei 400.000 euro da pagare al Consorzio Medio Tirreno.
Il giorno dopo con questo articolo prontamente il delegato Minghella ci risponde sui giornali telematici.

Ecco il nostro commento.

L'esposto che abbiamo presentato in Corte dei Conti a proposito della causa persa con il Consorzio Medio Tirreno ha spinto il delegato ai tributi a dare la sua versione. Forse voleva rassicurarci; in realtà è riuscito a farci preoccupare ancora di più per come ha fantasiosamente trasfigurato la realtà.
Innanzi tutto i fatti.
Lui dice che il  Comune ha chiesto il lodo arbitrale contro il Consorzio Tirreno: falso: è il consorzio che ci ha chiamati in causa perché non pagavamo canoni e adduzione di acqua per gli anni 2009 e 2010, malgrado che i nostri rappresentanti nel Consorzio avessero approvato il bilancio che imponeva quei pagamenti.
Lui dice che eravamo usciti dal Consorzio: falso: la relativa delibera da sola non basta; per uscire davvero ci vuole l'assenso degli altri consorziati: assenso mai chiesto né ottenuto.
Lui dice che la causa  riguardava anche il 2011 il 2012: falso: La causa riguardava solo il 2009 e il 2010, anni cui si riferiscono i 400.000 euro da dare al Consorzio. I 160.000 euro sono per gli anni successivi e si aggiungono ai 400.000, non vi sono compresi.
Secondo Minghella la causa l'avremmo fatta per costringere ACEA a pagare!  Questa, malgrado una certa frequentazione del diritto, non l'avevo mai sentita. Andare in causa con Medio Tirreno per far pagare ACEA meriterebbe il Nobel per l'astuzia!  Domanda: non sarebbe stato più semplice fare causa ad ACEA senza perdere prima con Medio Tirreno?
Infine: lui dice che noi pagheremo i 400.000 euro e poi Acea ci ridarà i soldi. E come facciamo? A quanto è dato sapere, ACEA già non ha mai pagato somme sicuramente dovute, cioè i circa 100.000 euro l'anno per l'uso delle strutture (forse perché mai chiesti?). E adesso Minghella pensa di chiedere ad ACEA denaro che siamo stati condannati a  pagare per aver commesso errori ed omissioni gravissime di cui ACEA sicuramente non è responsabile? Buona fortuna (a noi più che a lui)

Forse sarebbe stato meglio un sobrio e dignitoso silenzio.

sabato 16 novembre 2013

L'acqua che venne pagata due volte... (leggasi 400.000 € buttati)


Come se non bastassero le batoste, tra tasse e imposte, che ci stanno cascando addosso in questi giorni, l'incompetenza e il pressappochismo della Giunta Bacheca e della maggioranza costringe i cittadini di Santa Marinella a pagare due volte l'acqua, con una spesa inutile di circa 400.000 euro!
E' questa infatti la enorme somma che complessivamente dovremo versare al Consorzio Nuovo Tirreno per due fatture non pagate relative al servizio idrico offerto dal Consorzio negli anni 2009 e 2010.
I Comuni di Civitavecchia, Tarquinia e Santa Marinella costituirono nel 1963 questo Consorzio per l'approvvigionamento idrico. Ognuno avrebbe pagato in proporzione alla quantità di acqua erogata.
Nel 2009 il nostro Comune, che nel frattempo si era affidata ad altro gestore, ACEA ATO 2, decide, con delibera votata dalla sola maggioranza nel marzo del 2009, di uscire dal Consorzio. Sennonché, ed è questa la prima incredibile omissione, si dimentica di applicare la legge, che impone ai Comuni che vogliano recedere da un Consorzio, di chiedere ed ottenere l'assenso degli altri soci. Per cui, non avendo ottenuto l'assenso per non averlo mai chiesto, il Comune (forse a sua insaputa?) rimane socio e quindi deve continuare ad accollarsi le spese del Consorzio.
Ma non basta. I nostri ineffabili rappresentanti nell'Assemblea consortile votano il bilancio del Consorzio sia per il 2009 che per il 2010, con il bel risultato di accettare esplicitamente di pagare le spese per un servizio che la nostra città non avrebbe mai utilizzato perché intanto noi prendevamo l'acqua da ACEA.
Quindi per il Consorzio noi eravamo soci a tutti gli effetti: solo un po' più sciocchi degli altri perché avevamo accettato di comprare acqua che non avremmo mai usato!
Ovviamente il Consorzio ci ha chiesto di pagare l'acqua che ci aveva messo a disposizione per i due anni 2009 e 2010. 
Poiché non abbiamo pagato, ci ha chiamati in causa.
Si è costituito un Collegio arbitrale che, alla fine della storia, ci ha condannati a pagare ben 274.000 euro cui vanno aggiunte la multa del 4% per ogni anno di ritardo nel pagamento, gli interessi, le spese legali, quelle di funzionamento del Collegio arbitrale, IVA e Cassa previdenza avvocati.
Alla fine pagheremo circa 400.000 Euro, oltretutto molto di più di quello che ci sarebbe toccato se avessimo onorato per tempo gli impegni!
Ma a parte questo, c'è da indignarsi a pensare che tutto questo nasce dalla insipienza, dal pressappochismo e dalla ignoranza delle leggi da parte delle persone delegate ad amministrarci!
Si tratta di un danno gravissimo per i cittadini che così pagano l'acqua due volte. In un momento di crisi acutissima nella vita delle famiglie un debito di questa portata è l'ultima cosa che ci voleva. Pensiamo solo a quanti servizi utili per la città avremmo potuto realizzare con questa somma, se solo i nostri rappresentanti avessero saputo fare il mestiere di amministratori pubblici.
Questo fatto non poteva passare sotto silenzio.
Come forze di opposizione abbiamo quindi inviato alla Procura per il Lazio Corte dei Conti un esposto con cui chiediamo di fare piena luce sulla vicenda individuando i responsabili di questo disastro e chiamandoli a rispondere dei danni arrecati.
Sul piano politico chiediamo alla maggioranza di volere spiegare alla città come sia stata possibile tanta insipienza e cosa si intende fare per arginare i danni che ci hanno prodotto. Chiediamo a questo punto anche di voler far sapere alla cittadinanza cosa accadrà per le spese relative agli anni 2011 e 2012. Non ci risulta infatti che la giunta Bacheca abbia fatto qualcosa per esentarci dall'obbligo di questo doppio pagamento anche per questi due anni.

ACP,  Associazione S.Marinella - S.Severa 5 stelle,  PD,  Progetto Centro,  SEL.

martedì 12 novembre 2013

Non ci stanchiamo


Per rispetto dei cittadini chiamati in questi giorni a pagare integralmente il servizio di igiene urbana, ci sembra doveroso intervenire sulla notizia dei 195mila euro di multa alla Gesam per ben 47 inadempienze. L'iniziativa ci appare inevitabile, quanto incredibilmente  tardiva. Il fatto che si sia verificata con il ritardo di 2 anni non finisce di costituire per noi stupore e motivo di sdegno. Tale sottovalutazione del problema ha infatti procurato danni di immagine alla città, mancanza di decoro e di igiene urbana, utilizzo inefficiente di risorse economiche, tutte cose intollerabili per una cittadina civile. Un atteggiamento diverso da parte dell'Amministrazione, non solo avrebbe assicurato la pulizia della nostra città, ma avrebbe aiutato anche la Gesam a migliorare il servizio, evitando l'intricata situazione attuale.La multa sulle  inadempienze della ditta è inevitabile perché  le inadempienze sono sotto gli occhi di tutti: le strade non spazzate, il porta a porta iniziato in ritardo e non ancora concluso, le condizione pietose del centro raccolta sono solo le mancanze più evidenti e macroscopiche. Non ci stancheremo però di ripetere che tali inadempienze sono state  chiare da subito, dall'estate del 2011, in cui non solo la Gesam dopo 5 mesi ancora non iniziava il porta a porta, ma a nostro giudizio non sfalciava le strade, né le teneva pulite. Allora furono sindaco e delegato a  difendere l'operato della ditta, cosa documentata dagli articoli di stampa. Un anno dopo, sempre d'estate, la situazione presentava secondo noi già un lungo elenco di mancanze contrattuali, evidenza ignorata però del tutto dai responsabili politici e amminstrativi. Vorremmo  così ricordare che già un anno fa chiedemmo un  cambio di marcia proprio nei controlli con una mozione rimasta lettera morta, come se la Gesam fosse un soggetto intoccabile.
Poi la svolta. L'atteggiamento nei confronti dela Gesam appare cambiato ma  l'ambiguatà resta evidentemente, perché la giunta ha votato la mozione per la risoluzione del contratto, ma per un mese non l'ha neppure consegnata alla responsabile del servizio, mentre nell'ultimo Consiglio, il delegato Maggi ha detto di rifiutare una visione troppo negativa della situazione. In fondo, cosa sono mai 47 inadempienze.

La minoranza

Era già tutto previsto (comunicato stampa della minoranza)



Una delibera e un assessorato. Così, con gli ultimi atti di questi giorni, la nuova Amministrazione Bacheca ha onorato la sua cambiale elettorale nei confronti di Fratturato e dei più stretti collaboratori dell’Ancora, perché gli altri sono stati cacciati. Intanto Fratturato, nonostante ancora pretenda il suo posto di “minoranza” nelle commissioni, o  non  si presenta ai Consigli, o mostra tutto il suo disinteresse per il dibattito, oppure vota assieme alla Maggioranza, comprese le linee programmatiche.
            In compenso ha avuto quello che voleva, in quella lista di richieste che noi definimmo “lista della spesa” e il candidato sindaco Fronti rifiutò con sdegno. Bacheca no.
            Bacheca non ci ha visto nulla di strano. Così con la delibera 179 Fratturato ha ottenuto che la coordinatrice del suo movimento, che da anni risulta responsabile di un servizio, abbia quello che era nei patti: cimitero, sap, sanità.
            Perché Fratturato sia così interessato al Cimitero e al trasporto locale, a questo punto sarà il caso di osservarlo con attenzione. Certo è che a noi sembra esserci una vera sproporzione in termini di impegno fra il servizio della coordinatrice dell’Ancora, e altri servizi. Insomma ci sembra evidente che Bacheca ha usato anche “un occhio di riguardo”,(le famose garanzie ad alcuni dipendenti denunciate a suo tempo dal candidato Fronti), soprattutto perché la delibera 179 toglie alla coordinatrice il settore forse più spinoso e fra i più impegnativi della struttura comunale, e cioè quello dell’istruzione, che inizialmente le era stato assegnato.
            Non diversa appare la lettura dell’Assessorato: nelle deleghe assegnate a Marcella Alfè, ritornano gli interessi espressi da Fratturato, a partire dall’apparentemente innocua e meritevole delega per le comunità straniere. Presumiamo che sia quello che, senza nessuna pubblicità, Fratturato ha chiesto di gestire in prima persona negli ultimi tre anni, tant’è che il 16  febbraio 2011, in una delibera che porta la firma della coordinatrice dell’Ancora, Fratturato ha sostituito il sindaco assente. Si tratta della delibera sulla gestione di fondi comunitari per i rifugiati politici. Il ministero dell’interno ha pagato per 3 anni vitto, alloggio (insomma affitti di appartamenti) nonché corsi a diverse famiglie di rifugiati. Di questa cosa, dell’ammontare delle cifre, del loro rendiconto,  non si è saputo mai nulla, se non che a gestirla era la coordinatrice dell’Ancora, come si presume continuerà a fare sotto l’Assessore dell’Ancora. Alla nostra richiesta di trasparenza in Consiglio, il sindaco si è rifiutato di dare chiarimenti, sostenendo la delicatezza dello status di rifugiati. Peccato che la normativa in proposito parli di “inclusione sociale” degli stessi rifugiati, e non della necessità di tenerli nascosti. In ogni caso, anche questa sarà un interesse forte espresso da Fratturato da osservare con attenzione.
             Così come l’urbanistica, sulla quale del resto non avevamo dubbi: fu Fratturato a battere i pugni sul tavolo pretendendo che si andasse avanti nella votazione, la sera della delibera sul porto, che prevedeva un accordo di programma.
            Fu lo stesso Fratturato a votare il Piano Benigni insieme a tutti gli altri, la sera del 11 agosto.
            L'assessorato all'Urbanistica non è stato assegnato, anche se lo stesso fu richiesto da Fratturato, è nelle mani del sindaco che, a questo punto, ne garantisce le parti e gli accordi , in compenso all'assessore de L'Ancora è stata data la delega agli Accordi di Programma, vale a dire :"...se l'urbanistica la tengo io, evitiamo problemi di stabilità in maggioranza, in compenso ti occupi degli accordi di programma che è l'unico modo per edificare, fuori dalle regole del PRG, attraverso accordi con i privati...".
            In realtà l’idillio politico fra Bacheca e Fratturato non si è  mai rotto,nonostante le male parole reciproche.
            Rispetto a ciò, noi proviamo vero stupore nei confronti dei nuovi consiglieri della maggioranza: animati a chiacchiere da tanto spirito di rinnovamento, che avevano sempre negato accordi con Fratturato, (come tra l'altro il sindaco) nei fatti sono evidentemente pronti ad abbassare la testa davanti alle logiche più trite e partitocratiche,  davanti agli scambi di interessi.
            Così come hanno abbassato la testa tutti quei rappresentati PDL che in campagna elettorale andavano dicendo “Mai con Fratturato”.  Illusi.

I Consiglieri di Opposizione di Santa Marinella(quella vera)
Massimiliano Fronti,Paola Rocchi,Marina Ferullo,Andrea Bianchi, Piero Vincenzi,

mercoledì 6 novembre 2013

Il nostro voto in Consiglio sulle "Linee programmatiche"





Attraverso la sua consigliera di riferimento, ACP ha votato contro le Linee guida approvate in Consiglio dalla giunta Bacheca, così come hanno votato contro gli altri consiglieri di minoranza, escludendo Fratturato che come tutti sanno non fa parte della minoranza, e infatti ha votato a favore.
Ciò che ci ha spinto al voto contrario non sono state le affermazioni contenute nelle linee guida, a partire da quell’avvincente sogno di diventare “città intelligente”. Molte dei progetti dichiarati come obiettivi dei 5 anni prossimi, non solo erano contenuti anche nel nostro programma, ma sono le cose che molti santamarinellesi sognano, da anni: un parco archeologico, un teatro, una piazza, una sede comunale, la riqualificazione di tutta la parte storica dell’ex cementificio, di cui ci sarà ceduto il villino Cerrano, che faremo diventare centro di cultura. Costruiremo financo un cimitero monumentale (una specie di piccolo Verano) e diventeremo  poi una città della cultura,  città giovane, città della bici, città del surf, città del verde, città del wi-fi e molte altre città: una città trendy.
Le costatazioni  che ci hanno portato al voto contrario sono due. La prima è l’enorme distanza fra quello che l’attuale maggioranza ha dichiarato e la cruda verità dei fatti del primo mandato Bacheca. La seconda è che per ora non si vedono segni di virata e cambiamento, per cui dire che ora questa maggioranza è un’altra cosa, non sembra credibile. Sia sufficiente un particolare: nelle linee guida si legge che l’amministrazione ritiene strategico il settore della cultura, e che l’”ufficio dovrà lavorare con energia”. Peccato che l’attuale amministrazione si sia dimenticata di nominare un assessore, o persino un delegato alla cultura. Ci piacerebbe sapere quanti comuni d’Italia condividono questo primato. Quanto alla “trasparenza” tanto decantata, il sito comunale manca di moltissime informazioni e  non è neppure accessibile agli ipovedenti, altro che trasparenza. Riguardo alle nomine, inoltre, la minoranza ha  chiesto al segretario  di verificare se le nomine al Nucleo di Valutazione(ora OIV) che ci costa circa 60mila euro l’anno,  rispettano la legge, oppure seguono i soliti criteri di spartizione fra amici. Perché questo ci risulta.
Motivando in Consiglio il nostro voto contrario, abbiamo ricordato al sindaco l’enorme distanza fra quello che ha scritto, e quello che ha fatto vedere in 5 anni, per sollecitarlo a cambiare rotta nei fatti, e non nelle promesse elettorali. Ci chiediamo infatti dov’era il sindaco Bacheca nei primi 5 anni del suo mandato, quando Santa Marinella faceva di tutto per apparire come una “città stupida”. Dov’era Bacheca quando si vedevano rifiuti dovunque, lavori pubblici procedere con la lentezza delle ere geologiche, manutenzione nelle scuole sempre in affanno, cittadini che si autotassano per ricorrere al TAR contro le scelte urbanistiche della giunta, una convenzione firmata con il gestore del porto e due denunce ricevute dallo stesso gestore, una macchina amministrativa allo sbando, con alcuni responsabili costretti a giocare ai quattro cantoni, e altri protetti e  inamovibili, uffici indietro su tutto: sicurezza del luogo di lavoro, informatizzazione, persino un archivio comunale generale (che non esiste).
Non capiamo come può parlare ora di città della bici, se nell’approvare nuovi marciapiedi e un tratto di strada, Bacheca non ha messo la sua firma nemmeno su 10 metri di pista ciclabile. Come può parlare di città del surf, quando ha approvato un progetto di riqualificazione della spiaggia della Toscana, che avrebbe ucciso il sito del banzai surf, con i surfisti pronti ad incatenarsi? Dov’era, quel giorno, dov’era?
Come può parlare di “valorizzazione del patrimonio arboreo” se durante il suo primo mandato sono morte tutte le palme pubbliche, sono stati capitozzati i platani, sono stati capitozzati gli eucalipti del parco Kennedy in piena estate. E la musica non sembra cambiata: di recente sono stati potati degli alberi sul lungomare Marconi, ma solo lungo il tragitto di una corsa: la programmazione nella gestione del verde è una chimera.
Non capiamo come il sindaco possa parlare di decoro, se da tre anni tollera che la Gesam non spazzi le strade, come da contratto, e non ci sembra che la nuova Giunta abbia cambiato registro.  Come può parlare di cimitero monumentale, quando quello “normale” ha avuto una scala di accesso ai loculi chiusa per quasi un anno, in attesa dei lavori? Come può parlare di lavoro, se sotto il suo mandato la Multiservizi ha avuto per due anni un disavanzo, unica ragione per cui ora rischia di essere chiusa?  
Ma non è tutto: oltre che per questa abissale distanza dalla realtà dei fatti (e gli esempi potrebbero continuare), le linee programmatiche di Bacheca si caratterizzano per quello che non c'è scritto: nessun riferimento alla fragilità idrogeologica del nostro territorio, alla necessità di redigere un Piano di Emergenza Comunale, allo stato della sede comunale di via della Libertà, alla scuola centro, dove quando piove un po' di più, l’acqua affiora dal pavimento. Cenni generici all’urbanistica, al Porto, alla bonifica della costa, dove ci sono ancora scarichi a mare (altro che Bandiera blu).
Alle nostre argomentate obiezioni, il sindaco ha risposto stravolgendo la realtà dei fatti; e laddove non aveva risposte ha ripetuto il solito, abusato ritornello: io ho vinto le elezioni e quindi ho ragione io.
Forse gli sfugge che la vittoria elettorale dà la maggioranza in Consiglio, ma non autorizza a raccontare le favolette e a promettere la luna, senza nel frattempo muovere un dito per realizzare le promesse.