“Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi. I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore”

Art. 54 della Costituzione Italiana

sabato 23 aprile 2011

Prato del Mare

Ci chiediamo se l’Amministrazione intenda affrontare il tema della lottizzazione di Prato del Mare o preferisca aspettare che si risolva da sola. Perché, a leggere le carte che girano, sembra proprio che su questo argomento siamo arrivati alla resa dei conti e che la soluzione sarà tutt’altro che spontanea e indolore.

Tutto nasce da lontano, con una convenzione che prevedeva da parte del costruttore la realizzazione di opere di urbanizzazione da cedere all’Amministrazione Comunale così come aree a verde attrezzato, un teatro all’aperto e un edificio polifunzionale. A dieci anni dalla fine dei lavori le opere di urbanizzazione non sono mai state consegnate e le altre mai realizzate. Sono tutte opere che vanno a favore dei cittadini di quel quartiere e della collettività, e così gli amministratori del consorzio che attualmente gestisce il quartiere, dopo varie comunicazioni in tal senso, hanno deciso di diffidare il comune a dar seguito alla convenzione urbanistica e ad esigere quello che è un diritto di Prato del Mare e della città intera. La diffida è stata recapitata a tutti i consiglieri da una decina di giorni e si minaccia un esposto alla Corte dei Conti ma di risposte ufficiali da parte dell’Amministrazione neanche a parlarne. Così come per l’interrogazione che sullo stesso argomento è stata prodotta dalla minoranza oltre un mese fa. Una scena già vista: regolamento comunale violato e ancora nessuna risposta.

Pare proprio che, nonostante la crisi delle finanze del nostro comune, l’Amministrazione non ci tenga a farsi dare opere che gli appartengono di diritto ed esigerne la realizzazione. E dire che di problemi in casa ne abbiamo tanti, ma il problema più serio è sempre il solito: questa amministrazione non fa gli interessi della collettività e rinuncia al suo ruolo se non controlla e pretende che le convenzioni urbanistiche vengano rispettate. Oppure la spiegazione potrebbe essere quella che ha dato l’assessore Bianchi quando è venuto a dire ai consorziati che il comune non aveva le finanze per gestire le opere che gli dovevano essere consegnate di diritto. Cioè a dire: “sì è vero che mi devono dare un edificio gratis, ma poi io non ho soldi per imbiancarlo: forse è meglio che il costruttore se lo tenga”. Sarebbe una bella idea se questa arguta considerazione la mettesse per scritto e la consegnasse alla città: chissà come reagirebbero i nostri concittadini.
Noi siamo qui e aspettiamo ancora una risposta seria e credibile. Nel frattempo ci chiediamo se questo è il modo in cui l’Amministrazione intenda gestire la sfilza di piani integrati che si appresta a portare in consiglio. Perché se così fosse più che “piani” saranno “pianti” per la città intera.

La Minoranza

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