Ci chiediamo se l’Amministrazione intenda affrontare il tema della lottizzazione di Prato del Mare o preferisca aspettare che si risolva da sola. Perché, a leggere le carte che girano, sembra proprio che su questo argomento siamo arrivati alla resa dei conti e che la soluzione sarà tutt’altro che spontanea e indolore.
Tutto nasce da lontano, con una convenzione che prevedeva da parte del costruttore la realizzazione di opere di urbanizzazione da cedere all’Amministrazione Comunale così come aree a verde attrezzato, un teatro all’aperto e un edificio polifunzionale. A dieci anni dalla fine dei lavori le opere di urbanizzazione non sono mai state consegnate e le altre mai realizzate. Sono tutte opere che vanno a favore dei cittadini di quel quartiere e della collettività, e così gli amministratori del consorzio che attualmente gestisce il quartiere, dopo varie comunicazioni in tal senso, hanno deciso di diffidare il comune a dar seguito alla convenzione urbanistica e ad esigere quello che è un diritto di Prato del Mare e della città intera. La diffida è stata recapitata a tutti i consiglieri da una decina di giorni e si minaccia un esposto alla Corte dei Conti ma di risposte ufficiali da parte dell’Amministrazione neanche a parlarne. Così come per l’interrogazione che sullo stesso argomento è stata prodotta dalla minoranza oltre un mese fa. Una scena già vista: regolamento comunale violato e ancora nessuna risposta.
Pare proprio che, nonostante la crisi delle finanze del nostro comune, l’Amministrazione non ci tenga a farsi dare opere che gli appartengono di diritto ed esigerne la realizzazione. E dire che di problemi in casa ne abbiamo tanti, ma il problema più serio è sempre il solito: questa amministrazione non fa gli interessi della collettività e rinuncia al suo ruolo se non controlla e pretende che le convenzioni urbanistiche vengano rispettate. Oppure la spiegazione potrebbe essere quella che ha dato l’assessore Bianchi quando è venuto a dire ai consorziati che il comune non aveva le finanze per gestire le opere che gli dovevano essere consegnate di diritto. Cioè a dire: “sì è vero che mi devono dare un edificio gratis, ma poi io non ho soldi per imbiancarlo: forse è meglio che il costruttore se lo tenga”. Sarebbe una bella idea se questa arguta considerazione la mettesse per scritto e la consegnasse alla città: chissà come reagirebbero i nostri concittadini.
Noi siamo qui e aspettiamo ancora una risposta seria e credibile. Nel frattempo ci chiediamo se questo è il modo in cui l’Amministrazione intenda gestire la sfilza di piani integrati che si appresta a portare in consiglio. Perché se così fosse più che “piani” saranno “pianti” per la città intera.
La Minoranza
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