“Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi. I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore”

Art. 54 della Costituzione Italiana

sabato 30 aprile 2016

Il territorio sempre più unito per sostenere un futuro di opportunità


Il Consiglio comunale di Cerveteri vota all’unanimità la propria adesione al progetto territoriale per la gestione del Castello di S. Severa.


Mercoledì 27 aprile, il Consiglio comunale di Cerveteri ha votato all’unanimità l’adesione al “Progetto per un Centro Polifunzionale delle arti, la cultura e la divulgazione scientifica presso il castello di Santa Severa” contenente le linee guida elaborate dal territorio per la gestione del complesso.Il progetto è nato da un gruppo di lavoro delle forze del centro sinistra di S. Marinella che lo hanno redatto e condiviso con i cittadini, le realtà associazionistiche, le eccellenze del territorio e le istituzioni locali.
Cerveteri è il terzo comune ad aver approvato un atto relativo al progetto, già sostenuto da deliberazioni consiliari a S. Marinella e a Ladispoli.I tre Enti hanno inviato comunicazione alla Regione Lazio per dichiarare la propria adesione alla proposta progettuale e alle linee guida in essa delineate.
Il sindaco di S. Marinella ha dichiarato in Consiglio di aver recentemente appreso che,per quanto concerne la riapertura definitiva del Castello, la Regione avrebbe “un’idea che per ora è ancora nebulosa”. Se c’è un’idea, il gruppo di progetto si auspica che sia coerente con gli obiettivi di sviluppo sempre proclamati dalla Regione e in linea con quanto ormai ampiamente sostenuto dal territorio.
Questo comprensorio, non riducibile a periferia settentrionale della città metropolitana di Roma, deve perseguire specifici obiettivi di crescita e si sta dimostrando in grado di produrre una proposta unitaria e condivisa, capace di accogliere le esigenze della città di Santa Marinella e dei comuni limitrofi e di tracciare una linea chiara e sostenibile di sviluppo. La valenza dell’ipotesi promossa, sta proprio nella forza di valicare i confini cittadini. Questo progetto può diventare un volano per lo sviluppo di qualità incentrato sulle arti, la cultura, le scienze; una opportunità per offrire servizi di eccellenza ai cittadini e ai visitatori dei comuni della zona e per creare, soprattutto per i giovani, concrete realtà lavorative e di crescita professionale.
L’adesione del Comune di Cerveteri è un altro importante tassello nel percorso di unità che il nostro territorio deve testimoniare alla Regione Lazio. La Delibera è stata presentata dal Consigliere Federica Battafarano che si auspica che l’approvazione di questo atto possa rappresentare un’ulteriore passo perla futura collaborazione tra tutti gli enti territoriali, mirata al rilancio complessivo dell’area dell’Etruria meridionale.
Questo territorio sostiene la possibilità di un nuovo e più equilibrato rapporto tra soggetti privati e pubblici nella valorizzazione del patrimonio collettivo attraverso un sistema di gestione che ne rispetti la natura di bene comune e, conseguentemente, la necessità di pubblico utilizzo, per riuscire a rispondere alle esigenze della collettività tutta e non solo agli interessi personali di pochi.
Il gruppo di progetto continuerà a promuovere presso altri Enti l’approvazione di analoghi atti affinché tutte le realtà territoriali possano sostenere l’idea di un sviluppo incentrato sulla qualità e chiede che la Regione convochi al più presto un tavolo di confronto con il gruppo di progetto e i rappresentanti istituzionali del nostro territorio.
IL GRUPPO DI PROGETTO

Sinistra Ecologia libertà Santa Marinella – Un’Altra Città è Possibile – Associazione “E’ possibile”

sabato 23 aprile 2016

La nuova piazza, senza piazza

L’ incontro che si è tenuto oggi pomeriggio per esaminare le tavole sulla nuova piazza pubblicate sul sito del Comune si è svolto in un’ atmosfera vivace e partecipata; i presenti attenti e motivati sono intervenuti con numerose domande e con opportune considerazioni ed hanno prodotto il  comunicato che qui di seguito pubblichiamo:





Dopo richiesta formale al segretario comunale sono state pubblicate solo alcune tavole del nuovo progetto per la “Piazza Centrale” di Santa Marinella. La pubblicazione non presenta tutte le tavole necessarie (piante, prospetti, sezioni) per capire nel dettaglio cosa si intende fare e quindi per comprendere dove vanno a finire i soldi. Una cosa però è certa: non sulla piazza.  

Il progetto mostra bene come la Giuntaabbia accolto la richiesta della “Assemblea per la Piazza Partecipata” che vedeva in largo Gentilucci il sito ideale per la nuova piazza. L’unico intervento previsto per lo storicolargo, sede della antica posta, è una nuova pavimentazione.

Nulla è presente nel progetto al di là di un pavimento: niente arredo urbano, nessun elemento architettonico, nessuna valorizzazione dell’esistente, non una statua o una fontana, non una panchina.Tutto il progetto continua a insistere sulla smania di costruire metri cubi per riempire l’area ex-fungo. Altro che piazza!

Non vogliamo essere ingrati con l’Amministrazione e quindi ci preme riconoscerle di aver accolto le seguenti proposte dell’Assemblea:la pedonalizzazione di via della Repubblica, la creazione di una strada di connessione tra la via Aurelia e via della Libertà da cui accedere al parcheggio, la limitazione ad un unico piano del parcheggio (o almeno così sembra dalle poche tavole messe sul sito), la creazione di rampe d’accesso pedonale al parcheggio in prossimità della via Aurelia, l’aumento (rispetto al precedente progetto) delle aree a verde.  Ne siamo contenti ma tutto ciònon riguarda la nuova piazza ma l’area circostante.

Della Piazza, come accennato, i cittadini dovranno accontentarsi del pavimento.Insomma, la tanto sbandierata“nuova Piazza Centrale” per Santa Marinella continua a essere solo una copertura per giustificare interventi di altra natura. Parliamodi opere poco comprensibiliin un Comune dove mancano numerosi servizi di base. Nelle tavole di progetto, infatti, vediamo sorgere edifici lungo via della Libertà, muri, rampe e dislivelli di cui, in assenza delle tavole tecniche, è impossibile comprendere la destinazione d’uso.

Ciò che possiamo comprendere è che l’Amministrazione,pur cercando di recepire alcune delle istanze espresse, proprio non riesce a concepirla una piazza che sia ispirata a criteri di qualificazione ambientale, godibilità sociale e servizio ai cittadini. Ci sembra invece molto più concentrata sull’incremento di metri cubi edificati sul nostro territorio con un impegno dispesa, a nostro parere, esorbitante. Parliamo di circa tre milioni e mezzo di euro.

Nel frattempo altri soldi sono stati spesi, circa duecentomila euro per la progettazione. A questo punto ci sorge un dubbio: ma tutto questo sarà legale? Può un’amministrazione appaltare una gara sulla base di un progetto di massima per poi ignorarlo e anzi stravolgerlo?Come si giustifica un incremento del costo di circa il 20% quando le opere per i parcheggi interrati sono state dimezzate?  Ci preme ricordare che la prima delle richieste formulate dall’Assemblea, è stata quella di sospendere la gara per il progetto esecutivo per dar modi di sviluppar un nuovo progetto di massima, magari attraverso un piccolo concorso, basato su precise linee guida e che questo nuovo progetto potesse essere opportunamente discusso, condiviso e messo a punto prima di procedere con il progetto esecutivo. Ci sembrava puro e semplice buonsenso, invece l’Amministrazione ha deciso di fare diversamente.

Ma ci chiediamo la Corte dei Conti, l’Autorità Anticorruzione, la Magistratura, la stessa Regione Lazio, che dovrebbe autorizzare la variante urbanistica, saranno al corrente dei modi in cui questa proceduracontinua a essere portata avanti?
Da parte dell’Assemblea pensiamo sia nostro dovere quello di vigilare indagare e fare quanto di nostra competenza per ottenere chiarimenti. Nel frattempo ribadiamo ancora una volta la richiesta di poter accedere alla documentazione completa del progetto, ricordando a questa Amministrazione che anche il progetto, nostro malgrado, l’abbiamo pagato noi.


Assemblea per la Piazza Partecipata

giovedì 21 aprile 2016

Facciamo la PIAZZA, facciamola BENE, facciamola INSIEME

Per coloro che hanno aderito all’ Assemblea per la piazza partecipata:



Vista la recente pubblicazione sul sito del Comune di alcune tavole relative al nuovo progetto della piazza centrale di S. Marinella vi invitiamo ad analizzarle insieme per poter valutare e condividere la posizione dell'Assemblea, sabato 23 - ore 18:00 - in via Fratti 3 (traversa tra piazza Civitavecchia e piazza Trieste).

Con la speranza di poterci incontrare sabato.
Assemblea per la Piazza Partecipata




martedì 19 aprile 2016

Dodici questioni importanti, ma che non si sappia in giro




Convocato per mercoledì 20 aprile  un Consiglio comunale importante, con ben 12 punti all’o.d.g.
I diversi argomenti di discussione riguardano la vita di tutti i giorni, comprese  attività economiche legate al turismo e al commercio. Nonostante ciò, la maggioranza ha deciso di convocare la massima assemblea civica alle 10 di mattina, all’oratorio di via dei Gladioli, nel prevedibile deserto della partecipazione dei cittadini.
Ogni volta che ACP ha contestato questa scelta, ci è stato sempre risposto che era legata e anzi obbligata dagli orari di lavoro del segretario generale e dei responsabili dei servizi, che devono essere presenti alla discussione di delibere su cui hanno lavorato. E' solo un pretesto. I responsabili dei servizi e il segretario non hanno “straordinari” e la disponibilità a un orario flessibile in occasione di un Consiglio comunale può essere una richiesta legittima da parte di una Giunta, come infatti è sempre avvenuto.
 La verità è che alla maggioranza Bacheca evidentemente  la partecipazione dei cittadini non interessa, anzi è preferibile ostacolarla.  

Entrando ora nel dettaglio ricordiamo che l’o.d.g. prevede tra l’altro  la discussione  di un’interrogazione sulla pensilina della tribuna del campo sportivo (quella rubata da ignoti), una mozione “per tutelare e garantire i lavoratori della  Gesam” a contratto scaduto (e in proroga), la ricostituzione delle commissioni consiliari dopo l’uscita della consigliera Rocchi, e ben quattro regolamenti. Due sono già in ritardo, perché riguardano le attività economiche del turismo estivo. Quello per le “migliorie stagionali sul pubblico demanio” stabilirà cosa potranno o non potranno fare stabilimenti e gestori di spiagge libere attrezzate. Un altro regolamento riguarda lo svolgimento di “feste e manifestazioni pubbliche”,  considerando che molte risorse pubbliche vengono utilizzate da  associazioni locali con la supervisione di singoli delegati.

Infine c’è un regolamento molto atteso, non solo da gestori di bar e ristoranti ma anche da tutti quei cittadini che pretendono decoro e bellezza per le vie della città: il regolamento sui Dehors, cioè su strutture amovibili che permettono ai locali di utilizzare parte del suolo pubblico. Come? Con che criteri estetici e funzionali? Sarà discusso alle 10 di mattina a via dei Gladioli, per chi volesse ascoltare con le proprie orecchie.
Stessa cosa per un altro importante provvedimento: l’approvazione del progetto definitivo per l’ampliamento del sottopasso di via Valdambrini, un’opera attesa da molti, ma anche temuta. Innanzi tutto per i costi: oltre due milioni di euro, a fronte di scuole in cui mancano aule per l’infanzia e necessitano di continua manutenzione.  Non fa ben sperare la recente esperienza:  quattro anni per la riapertura della biblioteca, mentre via delle colonie è un cantiere dal 2012.
Insomma un ordine del giorno molto fitto, che  avrebbe potuto essere ancora più  importante , se il presidente del Consiglio e la Giunta avessero previsto fra i punti da discutere anche la Mozione presentata dal consigliere Massera ed  elaborata insieme a SEL, E’ possibile e il Comitato NO Inceneritore, sul folle progetto di bruciare armi chimiche presso il centro militare di Allumiere.
Fra i punti dell’o.d.g. però la mozione non c’è. Speriamo che sia per la prossima volta.

Ecco il link per visionare per intero l'o.d.g
http://www.santamarinella.rm.gov.it/up/i255/documenti/5710f43f95b12.pdf 

mercoledì 13 aprile 2016

Perché diciamo NO all'ossidatore a S. Lucia. Assemblea giovedì 14 aprile.




Un deciso aumento dei tumori. Questo è il dato che emerge dal sito dell’osservatorio epidemiologico della Regione Lazio. Un aumento del rischio che va dal 7 al 30% per chiunque viva a Civitavecchia, Santa Marinella, Tolfa e Allumiere.
Questa è la premessa del nostro NO all’ossidatore termico a S. Lucia. Il nostro territorio ha pagato e paga ogni giorno un prezzo altissimo all’impatto ambientale delle attività che già abbiamo deciso di ospitare.  Prime tra tutte la centrale  e il porto, poi gli effetti del cementificio, dei parchi serbatoi, del traffico e così via. Nello stesso convegno organizzato a marzo a Civitavecchia per la conclusione di un progetto di ricerca riguardante la salute dei cittadini del nostro comprensorio, gli epidemiologi della Regione Lazio hanno dovuto ammettere, pur tra mille cautele, che la causa dell’eccesso di tumori osservato non può che essere ricercata tra quelle che abbiamo indicato sopra.
Riteniamo quindi che non si possa attendere oltre e che sia il momento di mettere in atto politiche di prevenzione a tappeto e di riduzione dell’impatto ambientale sul nostro territorio. E il primo atto di prevenzione consiste nel non aumentare gli inquinanti. Per questo riteniamo che il progetto dell’ossidatore termico del comprensorio militare di S. Lucia sia da contrastare con fermezza. La misura è colma e il costo sociale del fenomeno sanitario che stiamo osservando è ormai inaccettabile.
Giovedì 14 alle ore 18.30 ci sarà un’assemblea pubblica presso la sala del caminetto della Chiesa di San Giuseppe. Per sensibilizzare i nostri concittadini su questo tema e per spiegare la natura del progetto e i motivi della nostra contrarietà,  ospiteremo il comitato contro l’inceneritore che ha già tenuto analoghi incontri nei comuni limitrofi. Il tutto in vista della manifestazione organizzata per il giorno 7 maggio davanti al comprensorio di S. Lucia dove l’impianto dovrebbe essere ospitato.
Abbiamo apprezzato il fatto che il sindaco Bacheca abbia deciso di firmare l’appello del comitato contrario alla realizzazione dell’impianto. Lo stesso appello è stato sottoscritto da numerosi sindaci del comprensorio e questa è una buona notizia. Stamattina, a firma del consigliere Stefano Massera, è stata protocollata una mozione in cui si chiede al Sindaco e al Consiglio di mettere in atto ogni azione per la sensibilizzazione su questo tema e per il contrasto alla realizzazione di quello che sarebbe l’ennesima ingiuria al nostro territorio.
Viviamo in un’area che paga ogni giorno il proprio contributo al progresso e all’industrializzazione del paese. Pensiamo che sia veramente arrivata l’ora di guardare questi numeri e reagire. E che il primo passo sia l’attività di un movimento locale, costituito per volontà di tutto il comprensorio- Santa Marinella inclusa, tramite il quale si inizi finalmente a parlare di prevenzione dei tumori e azioni concrete di risanamento ambientale. La prima di queste è il NO all’inceneritore a S. Lucia: che il Consiglio Comunale di S. Marinella voti questa mozione e che ci si metta al lavoro per tutelare la salute di tutti noi. Il momento è adesso.

ACP, SEL, E' Possibile.


giovedì 7 aprile 2016

Un serata insieme per difendere il mare (e un'altra politica energetica)

 Invitiamo tutti a partecipare alla festa per il sostegno al SI' del referendum del prossimo 17 aprile. La festa si svolgerà sabato 9 aprile a partire dalle ore 20:00 al largo Gentilucci.
Sarà un'occasione per discutere insieme e per manifestare la propria determinazione a votare sì. 
Ci sarà musica e molto altro.  


SEL, ACP, “è possibile” aderiscono al comitato referendario locale NO TRIV e invitano tutti a votare SÌ
Il 17 aprile i cittadini avranno la possibilità di esprimere il proprio pensiero riguardo allo sfruttamento del petrolio al largo delle coste italiane- ma non solo. SEL, ACP, “è possibile”, hanno aderito al comitato referendario NO TRIV per abrogare la norma che consente alle Società petrolifere di sfruttare un giacimento entro il limite delle 12 miglia marine per tutta la “durata della vita utile del giacimento”, praticamente per sempre.
L’importanza di questo referendum si estende ben oltre la semplice abrogazione della norma di legge posta nel quesito perché la partecipazione e la vittoria del Sì avrebbero un valore in termini di orientamento delle scelte di politica energetica ed ambientale nel nostro paese.
È un’occasione da non perdere per ribadire l’importanza di questioni che determinano la qualità della vita oggi e quella delle generazioni future. Un’occasione per affermare l’inestimabile valore ambientale e turistico del territorio italiano e la necessità di sviluppare nuovi modelli di produzione sostenibile attraverso l’investimento nelle energie rinnovabili, nell’economia verde e nella valorizzazione del nostro patrimonio.
È un’occasione per difendere il nostro fragile mare chiuso, le nostre coste e le attività produttive ad esso legate, dai rischi derivanti da uno sfruttamento finalizzato all’arricchimento di pochi a spese del patrimonio ambientale collettivo.
È insensato e colpevole rimanere ancorati a falsi modelli di sviluppo che si basano sullo sfruttamento di risorse fossili, altamente inquinanti, quando il resto del mondo sta già guardando avanti; oggi ricerca e sviluppo sono sinonimi di investimento nelle energie rinnovabili, di tutela ambientale e di sostenibilità. Inoltre, lo sfruttamento delle nostre fonti fossili non risolverebbe comunque, per qualità e quantità dei giacimenti, i nostri problemi di approvvigionamento o la nostra dipendenza energetica da altri paesi.
Ecco perché è necessario che i cittadini di tutti i territori siano adeguatamente informati e facciano sentire la propria voce, in maniera partecipata e trasparente, attraverso gli strumenti della democrazia. Con questo referendum chiediamo di voltare finalmente pagina e di guardare al futuro.

lunedì 4 aprile 2016

Il caso Bronzolino

Vista la sua legittima intenzione di lavorare nel territorio dove vive, l’architetto Raffaele Bronzolino deve dimettersi dalla carica di Assessore ai Lavori pubblici. Tralasciando i deludenti risultati  ottenuti come responsabile  politico del settore e quello che la stessa legge prevede, lo dice la logica, l’opportunità e il buon senso. Si deve dimettere  perché in quanto professionista rischia di entrare in contatto con  ditte edili  o di movimentazione terra che magari ricevono appalti dall’assessorato che lui stesso dirige. Ci riferiamo per esempio al cottimo fiduciario, i contratti a chiamata diretta per capirci. Si deve dimettere perché come Assessore rischia di trovarsi nella condizione di essere controllore e controllato  nello stesso tempo, come già ha dimostrato la vicenda di Largo Costici. Si tratta di un manufatto progettato quando ancora Bronzolino non era assessore, ma contestato dal punto di vista urbanistico  quando lo era. A questa, si aggiunge ora la nuova vicenda di un esposto al segretario comunale, dove si fanno riferimenti precisi a incarichi professionali sul territorio di Santa Marinella da parte dell’architetto.
Il comportamento degli amministratori deve invece escludere ogni possibile fraintendimento  tra l’esercizio della pubblica funzione e l’interesse professionale e quindi personale.
Le sue dimissioni, che speriamo tempestive, servono anche per dimostrare che a Santa Marinella si sta cambiando rotta, per recuperare il rapporto con i cittadini. Per troppi ormai, residenti e villeggianti,  Santa Marinella è quel  Comune in cui chi governa e gli amici di chi governa fanno il proprio comodo nel disprezzo della ragionevolezza, delle buone pratiche o addirittura delle norme.


I direttivi di ACP, SEL, E’ possibile

sabato 2 aprile 2016

IL VERDE E’ PATRIMONIO DI TUTTI

L’ AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI S. MARINELLA TRATTA CON SPREGIO CIO’ CHE, INVECE, DOVREBBE TUTELARE E ACCRESCERE PER CONTO DI TUTTI I CITTADINI



Ci associamo anche noi alle proteste  di molti cittadini per quello che è successo in questi giorni al parco Maiorca Nord: alberi mozzati, piuttosto che potati, una specie di deserto per buona parte del parco. Il bello della vicenda è che questa cosiddetta potatura non è stata eseguita né dalla multiservizi, né dagli operai comunali; non è chiaro chi sia il soggetto responsabile e questo la dice lunga sul modo in cui  il Comune di Santa Marinella controlla la gestione dei suoi “punti verdi di qualità”, come pomposamente ha definito i parchi cittadini. Del resto il tipo di potatura estrema che hanno notato automobilisti e residenti è normalmente praticata da anni pure sul patrimonio comunale delle alberatura. Si tratta della cosiddetta capitozzatura o qualcosa di molto affine, cioè un taglio drastico dei rami che lascia il tronco o poco più. Anche stamattina ci sono stati segnalati altri “scempi” nella zona del Lungomare. La capitozzatura o potature affini sono più rapide e apparentemente più economiche per le casse di un comune, ma solo a breve termine. Dopo una potatura del genere l’albero reagisce infatti come può,  con ricacci diffusi e  deboli, con il pericolo di contrarre malattie o di vedersi spezzare i rami da raffiche di vento. Oltre a sottoporre la pianta a uno sforzo enorme che finisce per indebolirla, è  dimostrato insomma che nel lungo periodo il taglio a capitozzo aumenta i costi per la gestione del verde. E’ un danno, quindi,  ad un patrimonio pubblico di piante che dovrebbe essere preservato e valorizzato per molte ragioni: migliora la qualità  della vita, abbellisce la nostra cittadina turistica, è una risposta all’inquinamento atmosferico.
E’ un danno anche per i privati, a cui si dovrebbe impedire.  Implica infatti una serie di costi di manutenzione decisamente maggiori rispetto a quelli di una corretta potatura. Uno da considerare è la riduzione del valore della proprietà. Un albero sano e ben tenuto può incrementare fino al 20 per cento il valore della proprietà. Sfigurato e mutilato  al contrario  l’albero rischia di costituire  una spesa continua.
Per questo motivo la pratica del taglio a capitozzo è stata generalmente abbandonata dai comuni più virtuosi ed è anche vietata dal nostro Regolamento. Ma purtroppo il divieto non ci pare rispettato e per chi volesse farsi un’idea di persona, è sufficiente osservare come stanno ricrescendo i rami degli alberi di via Castronovo, potati a capitozzo qualche mese fa. Questo è quello che torniamo a denunciare, dopo un’interrogazione sulla gestione del verde dello scorso luglio, alla quale l’amministrazione ha risposto negando che la pratica della capitozzatura venga praticata  nel nostro Comune. Peccato che un albero mozzato sia ben visibile a tutti e attualmente ce ne sono molti.
Il quesito dell’interrogazione a cui invece non è stata data nessuna risposta riguarda la prescrizione di legge di piantare un albero per ogni bambino nato. Dopo aver fatto la bella figura di votare una mozione sulla valorizzazione del verde che fra l’altro chiedeva l’applicazione della legge, la maggioranza non ha ancora  trovato né i siti né i soldi per piantare gli alberi ad ogni nato. Ovvio che la valorizzazione del verde cittadino come biglietto da visita per il turista, aria pulita e bellezza da godere è proprio l’ultimo dei pensieri per la maggioranza Bacheca.
I direttivi di ACP – SEL – E’ Possibile

La nostra risposta all'assessore Bronzolino in merito alla piazza

Facciamo la Piazza, facciamola Bene, Facciamola insieme.
Con questo appello l’Assemblea per la Piazza Partecipata ha portato avanti le proprie istanze nei confronti delle decisioni a suo tempo prese dalla Giunta in merito a un intervento destinato a incidere profondamente sul tessuto urbano della città e sulle sue risorse economiche. Ci preme ricordare che l’Assemblea aveva avanzato richieste ben precise, che continuano a essere disattese.
L’Assemblea aveva chiesto che venisse elaborato un progetto di massima attraverso un concorso di idee con linee guida precise e condivise. Questo progetto di massima avrebbe dovuto esprimere in termini architettonici il nuovo assetto che si andava a prefigurare prima di procedere con la realizzazione del progetto esecutivo.
Aveva chiesto di condividere le linee guida e di poter seguire l’avanzamento del progetto, offrendo così un’opportunità di partecipazione e di valutazione in termini architettonici e di reale utilità sociale.
Aveva chiesto di contenere i costi dell’intervento in modo da poter destinare una quota dell’investimento ad altre priorità cittadine come, per esempio, aule per la scuola, asilo nido, servizi.
Queste richieste sono state disattese e apprendiamo dalla delibera di Giunta, ossia a giochi fatti,che i costi per l’intervento invece di una contrazione hanno subito un aumento di circa seicentomila euro.
Dopo mesi di assoluto silenzio,  l’Assessore Bronzolino si dichiara stupito delle reazioni dell’opposizione- basate su quanto pubblicato in un’intervista al Sindaco del 12 marzo- e dichiara che la Giunta ha risposto alle esigenze espresse dall’Assemblea.
L’Assessore dichiara che è stata accolta la richiesta, a suo tempo formulata dall’Assemblea, di realizzare il parcheggio su un livello unico, rinunciando a costruire, sotto il livello della strada, un altro piano di oltre 2.600 metri quadrati.
Se così è ci chiediamo come abbiano potuto far lievitare così tanto i costi,pur eliminando una parte così sostanziale dell’intervento.
Sempre attraverso l’Assessore veniamo a sapere che Largo Gentilucci sarà il cuore della piazza: siamo contenti di aver avanzato una proposta così opportuna da essere condivisa da tutti, ma vorremmo conoscere la qualità di questo intervento. Perché non rendere pubblici gli elaborati grafici che mostrano il progetto della piazza e le sue caratteristiche?  Nessuno dei partecipanti all’Assemblea per la Piazza è stato mai convocato per essere informato su quanto si stava facendo e soprattutto in considerazione della manifesta inadeguatezza della Giunta nella gestione dei lavori pubblici e della rilevanza dell’opera, riteniamo che i cittadini abbiano il diritto di poter valutare con i propri occhi e con la propria testa cosa si intende realizzare.
L’unica cosa che abbiamo potuto rintracciare è il testo della delibera numero 20 del 9 marzo 2016:uno sterile elenco di elaborati ancora chiusi nel cassetto dell’Assessore e una lista di costi da affrontare con soldi pubblici, per un totale di 3.676.423,03 euro.
E questo è solo il preventivo, perché come si usa in questa Amministrazione, basta appoggiare il primo mattone e la variante più o meno premeditata è pronta a far salire costi in maniera esponenziale, come già avvenuto nella sola fase progettuale.

La città resta in attesa di prendere visione del progetto che ancora oggi non è stato reso pubblico, per capire dove andranno a finire questi soldi.                          
   ACP – SEL – E’ possibile