Il Consiglio Comunale del 30 gennaio non ha approvato Il Piano casa (come erroneamente interpretato da molti), che essendo già legge regionale, non necessita di alcuna adozione da parte dei consigli comunali. Al contrario l’ordine del giorno era su una limitazione del Piano stesso, secondo quanto previsto dall’art. 2 comma 4 della legge della Giunta Polverini che permette ai Comuni di escludere ambiti o edifici dal piano casa per motivazioni storiche o urbanistiche, da indicare e votare nei Consigli Comunali entro il 31 gennaio. A quanto ci risulta pochi comuni lo hanno fatto ed è per questo che abbiamo ritenuto giusto l’ordine del giorno del Consiglio.
Noi consiglieri di minoranza ci siamo astenuti riconoscendo alla delibera il merito di limitare o escludere almeno in parte alcune zone del territorio comunale, ma in realtà abbiamo duramente contestato in consiglio alcuni passaggi e il modo assurdo in cui ha operato la Maggioranza. Mai ci saremmo aspettati una discussione di 6 ore su un unico punto all'ordine del giorno, che sostanzialmente condividevamo, per giunta: la verità è che la Maggioranza ha cambiato idea in corso d'opera. Basti pensare che nel corso del Consiglio ha chiesto di riunirsi per due volte a porte chiuse per decidere, come se ancora non sapesse cosa fare. In realtà lo sapeva benissimo: cedere a pressioni e rendere di nuovo libere per l'applicazione del piano casa, zone che prima aveva deciso di escludere. In risultato è una delibera pasticciata e le dimissioni dell'Assessore La Rosa, che stava per esprimere il suo voto convinto di votare un'altra cosa.
E come dargli torto? Giovedì 26 si è svolta commissione urbanistica e ci è stata presentata una certa delibera di Consiglio con tanto di tavole, di cui abbiamo condiviso lo spirito. Ci sembrava infatti giusto che il Comune tutelasse il suo territorio limitando e restringendo l'applicazione del Piano Casa. C'erano delle opinioni un po' diverse al nostro interno su alcuni passaggi della delibera, ma in realtà sostanziale accordo. Il problema è che nel giro di 3 giorni la delibera è stata cambiata dalla stessa maggioranza in molte parti, togliendo alcune limitazioni importanti che all’inizio aveva previsto e inserito nella proposta di delibera. La più clamorosa è quella dell'ex cementificio: secondo la votazione di lunedì sera, quest'area di così grande valore e pregio storico ora sta a completa disposizione del proprietario, che può applicare il Piano Casa senza che l'autorità comunale possa sedersi a un tavolo per concordare assetto urbanistico, oppure opere aggiuntive, come invece poteva essere ottenuto in altro modo. Per quanto riguarda poi la possibilità di trasformare cubature non residenziali (per esempio commerciale) ancora da realizzare nelle grandi lottizzazioni, la prima delibera escludeva tre grandi aree, Poggio Principe, Poggio Bellavista, e Prato del Mare. Senza che sia stato reso chiaro il perché, la versione che poi la Maggioranza ha votato è diversa: l'imprenditore di Prato del Mare potrà così trasformare i servizi in abitazioni, e non se ne sentiva di certo il bisogno!
Altra grave omissione il fatto che pur vincolando in effetti tutta la fascia sul mare, non sia stata fatta ricognizione puntuale delle ville storiche, molte delle quali possono non trovarsi sul mare, come invece richiede la norma regionale. Tutto questo, arrivando agli ultimi giorni previsti per legge, senza che la commissione sia stata coinvolta mentre si ragionava su tali delimitazioni, ma solo per prendere atto di una cosa diversa dopo tre giorni. La commissione avrebbe potuto lavorare in modo permanente sul tema a partire da ottobre, avrebbe potuto ascoltare i cittadini e professionisti del settore, invece c'è stato tutt'altro: un consiglio che sembrava improvvisato, con la chicca di una delibera di giunta dello scorso novembre che escluderebbe di nuovo il cementificio dal Piano Casa (per non aver risposto ad un bando), ma che secondo la Maggioranza "non vale".
E come dargli torto? Giovedì 26 si è svolta commissione urbanistica e ci è stata presentata una certa delibera di Consiglio con tanto di tavole, di cui abbiamo condiviso lo spirito. Ci sembrava infatti giusto che il Comune tutelasse il suo territorio limitando e restringendo l'applicazione del Piano Casa. C'erano delle opinioni un po' diverse al nostro interno su alcuni passaggi della delibera, ma in realtà sostanziale accordo. Il problema è che nel giro di 3 giorni la delibera è stata cambiata dalla stessa maggioranza in molte parti, togliendo alcune limitazioni importanti che all’inizio aveva previsto e inserito nella proposta di delibera. La più clamorosa è quella dell'ex cementificio: secondo la votazione di lunedì sera, quest'area di così grande valore e pregio storico ora sta a completa disposizione del proprietario, che può applicare il Piano Casa senza che l'autorità comunale possa sedersi a un tavolo per concordare assetto urbanistico, oppure opere aggiuntive, come invece poteva essere ottenuto in altro modo. Per quanto riguarda poi la possibilità di trasformare cubature non residenziali (per esempio commerciale) ancora da realizzare nelle grandi lottizzazioni, la prima delibera escludeva tre grandi aree, Poggio Principe, Poggio Bellavista, e Prato del Mare. Senza che sia stato reso chiaro il perché, la versione che poi la Maggioranza ha votato è diversa: l'imprenditore di Prato del Mare potrà così trasformare i servizi in abitazioni, e non se ne sentiva di certo il bisogno!
Altra grave omissione il fatto che pur vincolando in effetti tutta la fascia sul mare, non sia stata fatta ricognizione puntuale delle ville storiche, molte delle quali possono non trovarsi sul mare, come invece richiede la norma regionale. Tutto questo, arrivando agli ultimi giorni previsti per legge, senza che la commissione sia stata coinvolta mentre si ragionava su tali delimitazioni, ma solo per prendere atto di una cosa diversa dopo tre giorni. La commissione avrebbe potuto lavorare in modo permanente sul tema a partire da ottobre, avrebbe potuto ascoltare i cittadini e professionisti del settore, invece c'è stato tutt'altro: un consiglio che sembrava improvvisato, con la chicca di una delibera di giunta dello scorso novembre che escluderebbe di nuovo il cementificio dal Piano Casa (per non aver risposto ad un bando), ma che secondo la Maggioranza "non vale".
A nome delle tre liste e dei consiglieri di minoranza, i capigruppo Mucciola, Rocchi, Fronti
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