L'orto botanico, così come si presenta ora |
Se governi una città senza
rispettare il suo passato, allora è
chiaro segno che non hai nessuna
idea per il suo futuro. Non hai progetti, non hai visioni e la tua politica
mostra solo il fiato corto della
burocrazia , nel migliore dei casi.
La fornitura di fiori e piante
per il verde e l’arredo urbano è stata affidata ad una ditta di San Cesareo per
42mila euro è questo ha colpito l’immaginario di molti. E’ comprensibile.
Colpisce la costatazione che una
città che ha vissuto per 60 anni di floricoltura non sappia oggi esprimere
aziende a cui il Comune possa o voglia affidare i suoi giardini, attraverso il
mercato elettronico obbligatorio per legge. Colpisce la coincidenza, perché se vai sul sito del comune di San Cesareo, trovi i nomi dello stesso segretario comunale e
dello stesso responsabile del servizio grandi opere e territorio, che la giunta
di Santa Marinella ha assunto in questo mandato. Colpisce che sul mercato
elettronico dove si è svolta la procedura, nessun’altra ditta facesse al nostro
caso da qui a San Cesareo, passando per i vivai dell'Alto Lazio, di Roma e provincia. Colpisce
che la determina di affidamento non
chiarisca come è avvenuta tale procedura, ma si limiti a spiegare con le
seguenti parole “ procedura su Mercato Elettronico RdO n. 1152082/2015”.Chiarissimo,
no?
Del resto di questo appalto c’ era
bisogno, perché da anni la nostra città, famosa fino a due decenni fa per la
sua floricoltura, offre lo spettacolo desolante di fioriere con erbacce, o
siepi più o meno sofferenti. Fiori pochi, e quasi sempre rubati da ignoti,
segno di un degrado e di una mancanza di idee che va al d là delle sue
fioriere.
Così crediamo che la vicenda
possa far riflettere in modo più ampio: cosa sta facendo questa amministrazione
per la crescita e lo sviluppo delle aziende locali, artigiani, commerciati e
anche le poche aziende floricole ancora in piedi? Cosa in termini di
innovazione e aggiornamento per coinvolgere i giovani, perché la vicenda del
mercato elettronico la dice lunga: senza risorse e innovazioni si resta al
palo.
Sulla zona industriale tanto
rumore per nulla, fino ad ora. Sul commercio, doveva essere rivoluzionaria la
delibera sui dehors, ma continua ad essere sottoposta a cambiamenti “sulla
carta” senza nessuna azione concreta da un anno. I balneari ricevono la
delibera per le “migliorie stagionali” sempre a poche settimane dalla stagione,
mentre ora la giunta Bacheca sta alienando anche il suo stabilimento, con un
project che di fatto gli porterà via ogni possibilità di incidere sulla
passeggiata. Quanto alla floricultura o alle aziende agricole, zero assoluto.
A proposito della floricoltura,
noi però vogliamo dare il nostro contributo, con un'idea.
Siamo disponibili a svilupparla
con chi la ritenesse bella, considerando che però la sua realizzazione può avvenire
solo per le azioni di chi governa.
Stiamo parlando dell’orto
botanico, attualmente abbandonato, brutto, inutile così com’è. Per quell’area
di circa 3000mila metri quadrati il Piano Regolatore prevede un orto botanico
vero e proprio, con “alberi di alto fusto”, per cui ogni altra cosa risulterebbe
abusiva. E allora l’idea è che l’amministrazione faccia sviluppare un progetto
dai suoi uffici interni per trasformare quel luogo in un “Museo vivo della
floricoltura”.
Bastano le risorse impiegate per costruire il centro anziani di
Via Etruria. Dopo il progetto, è sufficiente un passaggio in Consiglio comunale per una
variante al Piano Regolatore secondo la procedura abbreviata, prevista dall’art.
19 del DPR. 327/01. Servirà poi un po’
di pazienza per superare alcuni vincoli (in quella zona non gravosi), un po’ di
risorse per costruire due edifici (bastano dimensioni contenute) e poi un bando
vero per dare l’area in gestione a professionisti della floricoltura, o una
cooperativa oppure ad ATA di associazioni. Nel frattempo si potrebbero
coinvolgere per sviluppare l’idea i floricoltori ancora attivi e quelli in pensione, professionisti del settore botanico che vivono a Santa Marinella, gli studenti di Medie e
Liceo per le ricerche storiche e botaniche. Tempo diciotto mesi e tutto
potrebbe arrivare a compimento.
Si tratta di immaginare degli
spazi chiusi, per una mostra di foto e di attrezzi, per un workshop che venda
fiori e piante, per un punto di ristoro a due passi dal mare. E poi pannellistica per raccontare storie e varietà di fiori, rettangoli
dove mostrare le coltivazioni tipiche della nostra città, anche nei modi
storici in cui sono avvenute, e anche recuperando piante ormai in via di
estinzione. I bulbi delle fresie che profumavano ancora, per esempio. Un
rettangolo per le “buture” degli anni ’60, uno per i garofani con le canne e il filo degli
anni ‘70, uno per le calendule, uno per le sterlizie. Il vialetto delle
violacciocche, quelle delle rose, dello statice, dei crisantemi, l’aiuole delle
margherite, delle gerbere, delle astromelie e così via. Una piccola serra
realizzata con i pali e la plastica, un’altra piccola con i vetri ecc.Un'attività economica, un giardino che sia anche museo e che sia attraente per il
turista, utile per gli studenti di materie botaniche. Un luogo dove tenere
corsi di aggiornamento per floricoltori e fioristi, corsi di giardinaggio nei
pomeriggi estivi, per poi gustare un aperitivo
in mezzo ai fiori, e con lo sguardo sul mare.
bravi
RispondiEliminainteressante è conoscere come vengono fatte le spese per la Multiservizi
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