“Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi. I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore”

Art. 54 della Costituzione Italiana

martedì 1 novembre 2016

I fiori di San Cesareo e quelli (immaginati) dell'orto botanico



L'orto botanico, così come si presenta ora


Se governi una città senza rispettare il suo passato, allora è  chiaro segno  che non hai nessuna idea per il suo futuro. Non hai progetti, non hai visioni e la tua politica mostra solo il fiato corto  della burocrazia , nel migliore dei casi. 

La fornitura di fiori e piante per il verde e l’arredo urbano è stata affidata ad una ditta di San Cesareo per 42mila euro è questo ha colpito l’immaginario di molti. E’ comprensibile.
Colpisce la costatazione che una città che ha vissuto per 60 anni di floricoltura non sappia oggi esprimere aziende a cui il Comune possa o voglia affidare i suoi giardini, attraverso il mercato elettronico obbligatorio per legge. Colpisce la coincidenza, perché se  vai sul sito del comune di San Cesareo, trovi  i nomi dello stesso segretario comunale e dello stesso responsabile del servizio grandi opere e territorio, che la giunta di Santa Marinella ha assunto in questo mandato. Colpisce che sul mercato elettronico dove si è svolta la procedura, nessun’altra ditta facesse al nostro caso da qui a San Cesareo, passando per i vivai dell'Alto Lazio, di Roma e provincia. Colpisce che la determina di affidamento non  chiarisca come è avvenuta tale procedura, ma si limiti a spiegare con le seguenti parole “ procedura su Mercato Elettronico RdO n. 1152082/2015”.Chiarissimo, no?
Del resto di questo appalto c’ era bisogno, perché da anni la nostra città, famosa fino a due decenni fa per la sua floricoltura, offre lo spettacolo desolante di fioriere con erbacce, o siepi più o meno sofferenti. Fiori pochi, e quasi sempre rubati da ignoti, segno di un degrado e di una mancanza di idee che va al d là delle sue fioriere.
Così crediamo che la vicenda possa far riflettere in modo più ampio: cosa sta facendo questa amministrazione per la crescita e lo sviluppo delle aziende locali, artigiani, commerciati e anche le poche aziende floricole ancora in piedi? Cosa in termini di innovazione e aggiornamento per coinvolgere i giovani, perché la vicenda del mercato elettronico la dice lunga: senza risorse e innovazioni si resta al palo.

Sulla zona industriale tanto rumore per nulla, fino ad ora. Sul commercio, doveva essere rivoluzionaria la delibera sui dehors, ma continua ad essere sottoposta a cambiamenti “sulla carta” senza nessuna azione concreta da un anno. I balneari ricevono la delibera per le “migliorie stagionali” sempre a poche settimane dalla stagione, mentre ora la giunta Bacheca sta alienando anche il suo stabilimento, con un project che di fatto gli porterà via ogni possibilità di incidere sulla passeggiata. Quanto alla floricultura o alle aziende agricole, zero assoluto.


A proposito della floricoltura, noi però vogliamo dare il nostro contributo, con un'idea.
Siamo disponibili a svilupparla con chi la ritenesse bella, considerando che però la sua realizzazione può avvenire solo per le azioni di chi governa.
Stiamo parlando dell’orto botanico, attualmente abbandonato, brutto, inutile così com’è. Per quell’area di circa 3000mila metri quadrati il Piano Regolatore prevede un orto botanico vero e proprio, con “alberi di alto fusto”, per cui ogni altra cosa risulterebbe abusiva. E allora l’idea è che l’amministrazione faccia sviluppare un progetto dai suoi uffici interni per trasformare quel luogo in un “Museo vivo della floricoltura”
Bastano le risorse impiegate per costruire il centro anziani di Via Etruria. Dopo il progetto, è sufficiente un  passaggio in Consiglio comunale per una variante al Piano Regolatore secondo la procedura abbreviata, prevista dall’art. 19 del DPR. 327/01. Servirà poi  un po’ di pazienza per superare alcuni vincoli (in quella zona non gravosi), un po’ di risorse per costruire due edifici (bastano dimensioni contenute) e poi un bando vero per dare l’area in gestione a professionisti della floricoltura, o una cooperativa oppure ad ATA di associazioni. Nel frattempo si potrebbero coinvolgere per sviluppare l’idea i floricoltori ancora attivi e  quelli in pensione, professionisti del settore botanico che vivono a Santa Marinella, gli studenti di Medie e Liceo per le ricerche storiche e botaniche. Tempo diciotto mesi e tutto potrebbe arrivare a compimento.

Si tratta di immaginare degli spazi chiusi, per una mostra di foto e di attrezzi, per un workshop che venda fiori e piante, per un punto di ristoro a due passi dal mare. E poi pannellistica per raccontare storie e varietà di fiori,  rettangoli dove mostrare le coltivazioni tipiche della nostra città, anche nei modi storici in cui sono avvenute, e anche recuperando piante ormai in via di estinzione. I bulbi delle fresie che profumavano ancora, per esempio. Un rettangolo per le “buture” degli anni ’60, uno per i garofani con le canne e  il filo degli anni ‘70, uno per le calendule, uno per le sterlizie. Il vialetto delle violacciocche, quelle delle rose, dello statice, dei crisantemi, l’aiuole delle margherite, delle gerbere, delle astromelie e così via. Una piccola serra realizzata con i pali e la plastica, un’altra piccola con i vetri ecc.Un'attività economica,  un  giardino che sia anche museo e che sia attraente per il turista, utile per gli studenti di materie botaniche. Un luogo dove tenere corsi di aggiornamento per floricoltori e fioristi, corsi di giardinaggio nei pomeriggi estivi, per poi gustare un aperitivo  in mezzo ai fiori, e con lo sguardo sul mare.

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