“Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi. I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore”

Art. 54 della Costituzione Italiana

domenica 26 febbraio 2017

I SAPORI BUONI DELLA GIUNTA BACHECA


Quarantasettemila euro per un progetto senza progetto: è l’ultimo capolavoro della giunta Bacheca. Si chiama il “castello dei sapori buoni” ed è una recente delibera che risponde a un bando per la valorizzazione dei borghi deliberato dalla Regione Lazio.


Belle parole e poco di concreto. Il progetto si prefigge lo scopo di “valorizzare il castello di Santa Severa, nel suo valore storico – archeologico” e il suo potenziale turistico “con un investimento a lungo termine”. E’ rivolto ai croceristi, ma anche ai visitatori della regione: si vogliono presentare prodotti tipici del Lazio, insieme a “i prodotti delle filiere di eccellenza enogastronomica del territorio, ma soprattutto gli uomini che sono dietro alla creazione di questa ricchezza: la loro storia, la loro esperienza, il loro lavoro”. Non mancheranno visite ai beni storici ed architettonici del sito, né manifestazioni artistico-culturali. 

Quarantasettemila  euro per una manifestazione di quattro settimane da svolgersi nella prossima stagione autunnale. In questa fase il progetto resta vago, riguardo all’utilizzo del finanziamento; non ha un piano economico, non specifica come saranno spesi i soldi, né quali saranno i soggetti coinvolti.
Il progetto approvato dalla giunta Bacheca è una scatola vuota e non si capisce su quali basi l’impegno economico viene definito “congruo” alle attività previste. Quali attività: vi siete dimenticati una pagina della delibera o proprio non c’è niente? 

A immaginare ciò che non c’è, potremo comunque goderci le ottobrate sanseverine, immersi in un paesaggio unico, degustando prodotti locali tipici e tonnellate di acqua cotta o zuppe di pesce, visto che 47 mila euro hanno la coda lunga. Il problema è però “strategico”, tanto per citare una parola molto cara all’estensore del progetto. Ci sembra infatti che la filosofia sia la stessa del “fish festival” una manifestazione di indubbio livello, costata circa 70mila euro alla casse regionali, che si è svolta nell’autunno del 2015, con una buona affluenza di pubblico, ma la sostanziale indifferenza dei santamarinellesi. A proposito: nel testo della nuova delibera, a un certo punto tra prodotti enogastronomici ed eccellenze varie, salta fuori un “pescato locale”. E’ un errore o un refuso non cancellato proprio da quel progetto? 

La questione è la stessa: paroloni, obiettivi alti, realizzazione di una manifestazione di qualità ma isolata, che gratifica nel momento operatori, soggetti che vi lavorano, visitatori occasionali, senza però generare niente di altro. Cosa c’era prima e dopo il fish festival, e cosa c’è prima e dopo il progetto “il castello dei sapori buoni” nella valorizzazione della “filiera corta”, dei produttori locali, degli artigiani locali? Cosa sta facendo il comune di Santa Marinella nella formazione e nel coinvolgimento dei giovani a livello economico e culturale, nella creazione di nuove aziende che vadano in questo senso? Come è possibile allora parlare di “investimento a lungo termine”? Insomma sarebbe interessante capire cosa si sta facendo per “gli uomini che sono dietro alla creazione di questa ricchezza” enogatronomica e storico-culturale”.

Ora che il lungo percorso per programmare l’utilizzo del castello dovrebbe essere in dirittura di arrivo, speriamo che la Regione Lazio accolga la filosofia di un uso del castello per 12 mesi l’anno, che faccia del castello un vero cuore pulsante di un’economia stabile, di formazione per i giovani, di proposta ricchissima a livello culturale, di artigianato e di enogastronomia. E’ ovvio che se si parla di “filiera corta”, valorizzazione di “artigiani locali” e via discorrendo, le attese e persino le parole coincidono, ma un conto sono le iniziative spot, un altro sarebbe difendere e sostenere un progetto a lungo termine di ben altro respiro.

Forse dovremmo ricordare cosa si devono inventare in questo periodo aziende e attività economiche per stare a galla e cosa significherebbe e cosa serve a uno qualsiasi di loro accedere a 47mila euro. Ma nel mondo di Bacheca e della sua giunta non c’è spazio per queste considerazioni. Fumo negli occhi e pedalare: e così la città va sempre più fondo.

alleghiamo il link per chi volesse conoscere la delibera ed il progetto


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