“Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi. I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore”

Art. 54 della Costituzione Italiana

mercoledì 11 settembre 2013

Un bolognese butta sale sulla ferita (ma ci dà una speranza)



Oggi questo blog ha ricevuto un commento al post "siamo ancora qui".
Come consigliere della Lista Un'Altra città è Possibile (ACP) mi permetto di ringraziare l'autore del post e copiarne qui in evidenza un passaggio, confessando un misto di sentimenti e pensieri.

Il " turista" che viene a Santa Marinella trova un paese che si involuto su se stesso, strutture ricettive vecchie di decenni, sarebbero perfette per un film ambientato negli anni 60-70, il problema è che sporco, è sporco il mare, la spiaggia, il paese, in vita mia non ho mai visto un grado di inciviltà di questo livello nel trattare il proprio territorio.
Scrivo tutto ciò perchè da Emiliano e Italiano mi ferisce vedere un posto così bello distrutto dai suoi stessi cittadini, ignorando che il suo paese se ben gestito e rispettato potrebbe generare richezza e benessere in abbondanza.
Il paese è ad un punto quasi di non ritorno, o cambia atteggiamento e decide che cosa vuole diventare da grande o soccombe sotto la sua indolenza ed incuria, solo i suoi cittadini possono cambiare lo stato di fatto con una partecipazione consapevole e rispettosa della cosa pubblica in quanto gli appartiene, non aspettate un salvatore della patria, la storia insegna.
Con sincero affetto un Bolognese affezionato.


Il post dell'amico bolognese che non si firma, dice cose durissime e butta sale su una ferita, perché dice la verità: stiamo maltrattando questo nostro territorio bellissimo, stiamo deprivando i nostri ragazzi di un futuro di sviluppo e negando a noi stessi la gratificazione di vivere in un luogo pulito, dalla vita sociale viva e ordinata, dai servizi efficienti e moderni.
L'amico bolognese senza saperlo ha buttato sale sulla ferita anche della mia esperienza di Consigliere, perché mi sembra di aver lavorato tanto, ho visto colleghi di minoranza lavorare tanto, eppure credo di constatare ogni giorno di più che le cose non vanno, e non cambiano.
Ma forse mi sbaglio. Forse non considero che certi processi di evoluzione sono lenti, e che poi in politica conta molto l'esperienza.

Così l'amico bolognese, nel dire l'impietosa verità, manda un messaggio di speranza.
Possiamo cioé essere davvero consapevoli delle nostre potenzialità, possiamo davvero essere orgogliosi di questa nostra cittadina e dire a noi stessi che vale la pena lottare, se ancora c'è chi, senza neppure immaginare l'esistenza della nostra città, quando la incontra ne percepisce la bellezza. Maltrattata, oscurata, ma tale.
Così bisogna sperarlo, e lottare (magari facendo un po' a turno...). Arriverà quel giorno. Deve arrivare quel giorno in cui prevarranno logiche di bene pubblico e buona politica, e non quelle di clietele, miopie, arroganze, personalismi, ignoranza, provincialismo.
 Arriverà quel giorno in cui se c'è un contratto per pulire la città, i politici di turno, semplicemente, lo fanno rispettare, arriverà, ma ha ragione l'amico bolognese. Quel giorno verrà, se ci sarà stato un risveglio di tutta la comunità . O almeno della sua maggioranza

Paola Rocchi


3 commenti:

  1. "Cambiare tutto per non cambiare niente" intendeva Giuseppe Tomasi da Lampedusa per descrivere l'immobilismo della Sicilia ottocentesca. Da noi, per non cambiare niente neanche si cambia, sperando forse nel prodotto di due negazioni che affermano. Triste ammetterlo, ma il tizio ha ragione. Sperare nei giovani, se si sanno far crescere nell'onesta', nel rispetto e nell'educazione, senza coinvolgerli nelle logiche arroganti e clientelari che contraddistinguono gran parte delle persone. Dice Papa Francesco: non siate uguali, arrabbiatevi, distinguetevi. E non disperate

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  2. Purtroppo sono d'accordo, siamo un paese morente gettato nell'indifferenza che continua ad essere pugnalato da una pessima gestione e soffocato da una mentalità vecchia e sbagliata appartenente agli abitanti di una città di mare disorganizzata e messa a tacere.
    Essi, bisogna riposarsi no? Il grande tabù del silenzio e i grandi exploits estivi fatti da poche iniziative vuote e slegate fra loro. Senza cultura, dove si lustra la punta di diamante, Capo Linaro, e la si butta in un cassetto buio e muto; dove si sistemano giardini all'ultimo per sfilate senza pensare se prima fosse possibile ambientarvi Plauto, Shakespeare o Edoardo o farvi risuonare concerti. No, qua il massimo sono le bancarelle che spuntano come funghi al weekend per scomparire la settimana.
    E poi? Un paese di mare che vede pochissima costa PUBBLICA PULITA, dove le enormi distese private costosissime gareggiano nella scelta contro fazzoletti perduti e sporchi che nessuno si briga di pulire o sistemare per i numerosi bagnanti che li scelgono o per i ragazzi che non hanno soldi da spendere ma che non rinunciano al mare.
    Ma vabé, c'è la grande solfa delle elezioni, l'estate non era pronta per le elezioni immagino no?
    E prepararla prima? Senti che idea.

    La prossima SICURAMENTE sarà meglio immagino, la prossima.
    Intanto aspettiamo con ansia il silenzio invernale.

    Giovane Lettore

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