"Questa è ... la grande eredità ideale
che la Resistenza, anche quando i suoi eroismi saranno trasfigurati
dalla leggenda, avrà lasciato al popolo italiano come viva forza
politica del tempo di pace: il senso della democrazia; il senso del
governo del popolo: del popolo che vuole governare da sè, che vuole
assumere su di sè la responsabilità di governarsi, che vuol cacciare via
tutti i tiranni, tutti i padroni, tutti i privilegiati, tutti i
profittatori, e identificare finalmente, in una Repubblica fondata sul
lavoro, popolo e Stato"
Piero Calamandrei, Uomini e
città della Resistenza.
La Resistenza non fu soltanto uno
sforzo eroico per sterminare i carnefici, per ricacciare nell'inferno i
mostri della barbarie; fu anche un impegno costruttivo di lavorare
pacificamente su una strada aperta per la conquista di una vera
democrazia. Tra i morti della resistenza vi erano seguaci di tutte le
fedi: ognuno aveva il suo Dio, ognuno aveva il suo credo: e parlavano
lingue diverse, e avevano pelle di diverso colore: eppure, nella libertà
e nella dignità umana, si sentivano fratelli: e quando si trattò di
difendere questi beni, ognuno fu pronto, nonostante la diversità della
fede e di nazione, a sacrificarsi per il fratello.
Essi
dunque non ci insegnarono a distruggere la diversità delle idee, perchè
essi morirono proprio per abbattere il totalitarismo che distrugge la
dignità della persona, quella dignità che si esprime nella libertà di
pensiero; ma volevano incuorare tutti gli uomini di buona volontà, anche
se di idee diverse, a lavorare insieme per la verità e le idee."
Piero Calamandrei, Uomini e città della Resistenza
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