“Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi. I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore”

Art. 54 della Costituzione Italiana

venerdì 6 maggio 2016

Perché non vogliamo "l'ossidatore termico" in 10 punti



(Una fotografia aerea dell'area militare di Santa Lucia, tratta dal Web. Intorno, i boschi di Civitavecchia e Allumiere)


Questo post è rivolto a chi ci chiede informazioni sulla faccenda dell’”ossidatore termico”.
ü   
S1) Secondo una convenzione internazionale firmata dal Governo allora in carica e sottoscritta dal Parlamento italiano all’inizio degli anni ’90, l’Italia ha l’obbligo di smaltire armi chimiche  ancora sul suo territorio.

ü 2)  Poiché sono passati venti anni da questa firma e il nostro paese è indietro, ora il Governo pensa di accelerare con un sistema più rapido rispetto a quelli fino ad ora usati per smaltire le armi, sistema da utilizzare presso il centro militare di Santa Lucia, a cavallo fra il territorio di Civitavecchia e quello di Allumiere.

ü 3)  Si tratta (in parole poverissime) di una grande forno (chiamato elegantemente “ossidatore”) dove le armi finirebbero per esplodere, esaurendo il loro effetto, solo dopo una combustione all’interno dell’ossidatore stesso. Ovviamente dopo aver prodotto gas e residui chimici all’interno di quello che ormai tutti definiscono “inceneritore” di armi chimiche. Perché di fatto questo avverrebbe.

ü  4) Secondo chi sta studiando il problema all’interno del “comitato contro l’inceneritore”, questo modo di smaltire armi chimiche non è stato mai sperimentato prima nel mondo, essendo dovunque  in uso sistemi “a freddo”, diciamo manuali (sempre in parole poverissime).

ü  5) Il Ministero della Difesa  ha però già stanziato 18milioni di euro e assicura che “ossidatori termici” del genere sono giù in produzione.

ü  6) Pare che in realtà sia il brevetto di un’unica ditta tedesca, che ce ne siano, è vero,  due negli Stati Uniti, uno in Germania e uno in Giappone, ma che nessuno però al momento abbia mai “ossidato” armi chimiche.

   7) Ma allora come possiamo essere sicuri del procedimento? Dove finiranno i gas? Dove finiranno le scorie chimiche? Perché dobbiamo sopportare che siano fatte esplodere armi chimiche proprio in un territorio così provato a livello ambientale? In generale, perché non utilizzare altri sistemi, come succede nel resto di Europa?



8) Insomma questa faccenda dell’Ossidatore termico”, che poi diventerebbe un “inceneritore” a tutti gli effetti, costituisce  l’ennesimo pericolo, l’ennesimo carico di sostanze e procedimenti gravemente inquinanti per un territorio che non ce la fa più. 

9) Ma la partita  non è chiusa e non è persa.
 Il “comitato contro l’inceneritore” ha organizzato la manifestazione per sabato 7 maggio proprio per far sentire la voce del territorio. Si parte alle 9:30 in piazza del tribunale, a Civitavecchia.
Se il territorio risponderà, se saremo in tanti, il Ministero forse potrebbe riconsiderare la cosa, e rispettare la convenzione per la distruzione di armi chimiche in altro modo.
Se alla manifestazione non ci sarà una grande folla di persone, il Ministero continuerà a pensare che in questo territorio la gente è abituata a chinare la testa.

10) Facciamo presente infine che le nostri fonti sono quelle autorevoli del “Comitato contro l’inceneritore”, che sta studiando la questione e che ne ha parlato anche a Santa Marinella, nonché gli interventi delle onorevoli Grande e Tidei e del consigliere regionale De Paolis, nel corso della prima riunione pubblica tenutasi a Civitavecchia lo scorso marzo.
Come la quasi totalità dei cittadini di questo territorio (se ne è lamentato persino il sindaco di Civitavecchia nel corso di una consiglio comunale dello scorso 12 aprile) non abbiamo potuto accedere agli atti.
Verità vuole che fra tutti i cittadini di questo territorio, ci sia pure chi avanza le sue ipotesi alternative: ma quali armi chimiche, quel forno servirà per residui industriali chimici.

ACP – SEL – E’ possibile

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