“Sventurata la
terra che ha bisogno di eroi”
Al turista o al viaggiatore che visita o attraversa le valli e le montagne del cuneese, la stessa città di Cuneo, o anche le Langhe e la città di Alba, capiterà molto di frequente di imbattersi in testimonianze della lotta partigiana (non ci sono i nomi dei nazifascisti morti; gli altri sono ricordati uno a uno, e fanno impressione). La ragione della densità di tali testimonianze è anche scritta in una grande lapide a Sant’Anna di Roccabruna, dove si ricorda che chi vuole “andare in pellegrinaggio nei luoghi dove è nata la Costituzione”, deve farlo lì dove sono morti partigiani e cittadini inermi, uccisi per rappresaglia. Sono lapidi che a poca distanza l’una dall’altra in uno stesso borgo ricordano impiccagioni o fucilazioni; sono cippi, sono monumenti, parchi, rifugi partigiani trasformati in musei, sono nomi, Boves ad esempio (con il ricordo del tremendo eccidio), o Ignazio Vian. Proprio sui muri di Cuneo grandi manifesti annunciano in questi giorni un concerto bandistico a commemorazione del giovane comandante partigiano Vian, catturato, torturato per mesi, e infine impiccato a Torino proprio 68 anni fa, il 22 luglio. Dopo 68 anni il suo ricordo è ancora vivo, e sul manifesto alcune righe di un suo tenente ne ricordano il ritratto: “era buono con i buoni, giusto con i giusti, severissimo con i malfattori”.
Al turista o al viaggiatore che visita o attraversa le valli e le montagne del cuneese, la stessa città di Cuneo, o anche le Langhe e la città di Alba, capiterà molto di frequente di imbattersi in testimonianze della lotta partigiana (non ci sono i nomi dei nazifascisti morti; gli altri sono ricordati uno a uno, e fanno impressione). La ragione della densità di tali testimonianze è anche scritta in una grande lapide a Sant’Anna di Roccabruna, dove si ricorda che chi vuole “andare in pellegrinaggio nei luoghi dove è nata la Costituzione”, deve farlo lì dove sono morti partigiani e cittadini inermi, uccisi per rappresaglia. Sono lapidi che a poca distanza l’una dall’altra in uno stesso borgo ricordano impiccagioni o fucilazioni; sono cippi, sono monumenti, parchi, rifugi partigiani trasformati in musei, sono nomi, Boves ad esempio (con il ricordo del tremendo eccidio), o Ignazio Vian. Proprio sui muri di Cuneo grandi manifesti annunciano in questi giorni un concerto bandistico a commemorazione del giovane comandante partigiano Vian, catturato, torturato per mesi, e infine impiccato a Torino proprio 68 anni fa, il 22 luglio. Dopo 68 anni il suo ricordo è ancora vivo, e sul manifesto alcune righe di un suo tenente ne ricordano il ritratto: “era buono con i buoni, giusto con i giusti, severissimo con i malfattori”.
Il nome di Ignazio Vian
mi ha riportato nel nostro territorio, visto che al giovane
partigiano è intitolato il liceo di Bracciano, dove proprio di
recente ho svolto il ruolo di commissario agli esami di maturità;
nell’atrio ogni mattina una grande parete accoglie e ricorda ai
ragazzi la storia di Ignazio Vian.
In realtà però il suo
nome non è stata l’unica cosa che mi ha riportato a casa, con il
pensiero.
Ho pensato alla nostra
realtà per qualcosa che fortunatamente è lontanissimo dai tempi
terribili e strazianti di una guerra civile, di ragazzi morti, dolore
e sangue, perché se è vero che anche ora c’è una guerra in
corso, possiamo ben dire che non ha bisogno di eroi pronti a dare la
vita, ma di gente normale - capace, competente e onesta. Consapevole
di cosa sia il bene comune e pronta a lavorare per esso. C’è
bisogno di cittadini così, e soprattutto di una classe politica
così, perché è poi la classe politica che prende le decisioni e
trasforma la vita della gente. Per questo la politica è importante,
per questo è dovere di ognuno fare politica, fosse anche solo
tenendosi informati su quello che succede.
Cosa è successo a
Santa Marinella negli ultimi 4 anni
Giovedì 19 luglio il
centro di Cuneo è stato invaso da una vera e propria folla
traboccante. Negozi aperti, gente che entrava ed usciva dai bar,
dalle gelaterie. Lungo il corso principale chiuso al traffico, la
gente poteva trattenersi a assistere ad uno spettacolo di giovani
ginnaste, oppure a danze, ad esibizioni di musicisti – gruppi
locali se ho ben capito.
In un giardino poco
lontano, la presentazione di istallazioni artistiche
interessantissime, di artisti locali e internazionali in una
manifestazione che ha qualche anno di vita e che è stata intitolata
ZooArt, un momento di crescita per tutti, come è sempre dovrebbe
essere la cultura.
Non so niente
dell’amministrazione di Cuneo, non ne conosco i problemi e non mi
interessano, ma la sto citando come esempio per dire che con questa
iniziativa mi sembra evidente come quel Comune nelle sere d’estate
faccia girare tanti soldi nei negozi e nei locali del centro, e dia
modo ai cittadini di crescere. Con un’idea strutturata, non
un’accozzaglia di iniziative, il cui programma - se va bene - esce
a luglio, poco pubblicizzato e poco seguito, come succede qui, a
Santa Marinella nell’era della giunta Bacheca. Eppure non sarebbe
difficile, e infatti parlo di Cuneo, ma basterebbe citare Tolfa, che
con “Tolfarte” fa in pratica la stessa cosa.
Negli anni passati qui da
noi c’erano gli spettacoli teatrali al castello, c’era il Santa
Marinella Film Festival, c’era Cortoaquario – manifestazioni
(queste ultime) che duravano giorni all’Arena Lucciola e che
potrebbero avere (anzi hanno già) un respiro nazionale e
internazionale – come ZooArt di Cuneo con le sue istallazioni e
performance artistiche, tanto per dire.
Chi sa di queste cose,
afferma che i festival culturali sono realtà in grado di dare
moltissimo in fatto di ritorno turistico, ma vanno curati per bene,
con intelligenza, devono crescere a poco a poco, senza strafare nei
primi anni, ma sempre con maggiore convinzione, e con maggiori
risorse negli anni successivi. Risorse che ritornano tutte in termini
di turismo.
Invece nell’era della
Giunta Bacheca è successo esattamente il contrario; le
manifestazioni artistiche si sono contratte (anche quelle musicali),
i festival sono durati meno giorni, o hanno avuto location diverse.
Proprio sabato sera la serata finale di Cortoacquario è stata
seguita all’arena Lucciola da un bel pubblico che ha potuto
assistere solo alla visione dei cortometraggi vincitori, perché il
festival vero e proprio si è tenuto a Roma.
Naturalmente spero che
Cortoacquario possa tornare a Santa Marinella, ma, come per il Santa
Marinella Film Festival, qualche risorsa pubblica ci vuole. E
soprattutto ci vuole la convinzione da parte della classe politica,
ci vuole un’idea, un progetto complessivo.
L’impostazione del
delegato alla cultura Galletti, dell’assessore al Turismo Boelis e
della giunta Bacheca in generale è stata ed è invece tutt’altra.
Non si sollecitano né si orientano, ma si aspettano e si raccolgono
le proposte del territorio così come vengono (chi propone un
balletto, chi un concerto, chi un torneo di calcetto) si mettono
insieme in un frullato misto a luglio e infine si trovano un po’
di spiccioli, di cui non beneficiano tutti, e solitamente elargiti
con mesi di ritardo. Nella
stessa seduta di giunta del 27 giugno è stato concesso patrocinio e
contributo di 5mila euro per una “festa artistica” di due giorni
al nucleo sommozzatori – festa poi annullata, come il contributo -
mentre solo il patrocinio senza contributo al programma di una
ventina di manifestazioni intitolato “S. Marinella in festa” e
organizzato dall’Unione sportiva presso il campo di calcio
(delibere 106, 107, 132). E questa sarebbe l’estate
santamarinellese, un progressivo spegnersi di tutto – presenze,
curiosità, condivisione, gente per strada.
Una cosa abbastanza
penosa, per dirla tutta.
La bacheca
A parte il manifesto su Ignazio Vian, a parte le istallazioni di ZooArt, c’è un’altra cosa che mi ha colpito, mentre passeggiavo fra le vie di Cuneo, tanto che mi sono fermata a guardarla incantata. L’ho trovata geniale nella sua semplicità. L’ho trovata rispettosa, ben fatta, a costo zero…
A parte il manifesto su Ignazio Vian, a parte le istallazioni di ZooArt, c’è un’altra cosa che mi ha colpito, mentre passeggiavo fra le vie di Cuneo, tanto che mi sono fermata a guardarla incantata. L’ho trovata geniale nella sua semplicità. L’ho trovata rispettosa, ben fatta, a costo zero…
Una bacheca. Una bacheca
all’entrata del municipio che contiene un manifestino a colori, ma
in realtà un foglio stampato in A3 al computer, dove l’ufficio
stampa del Comune (quel personale che ogni sindaco assume a suo
piacimento, pagandolo con i soldi di tutti) settimanalmente avverte i
cittadini di Cuneo sugli appuntamenti della settimana, luoghi e orari
(tranne
le manifestazioni estive, che sono a parte sempre nella
bacheca, nel foglio vicino). Ci può essere di tutto, da uno
spettacolo musicale, a una manifestazione per i bambini, e c’è
anche il diario della vita amministrativa, c’è, con trasparenza,
quello che fanno consiglieri e sindaco. Così la settimana dal 16 al
21 luglio si è aperta il lunedì alle 8.30 con la riunione delle
commissioni consiliari, a cui è seguita la riunione di Giunta, che
si è riunita anche venerdì mattina, alle 8.30….
Mi sono fermata a
guardare la bacheca come chi trova finalmente un simbolo, una chiave
di decifrazione.
Ecco che cosa è e che cosa può essere la politica: amore per il lavoro ben fatto, visione di una comunità più giusta che cresce, migliora, partecipa. Cura, rispetto per il cittadino, trasparenza e quindi idee. Idee, idee – magari piccole, economiche, ma idee!
Ecco che cosa è e che cosa può essere la politica: amore per il lavoro ben fatto, visione di una comunità più giusta che cresce, migliora, partecipa. Cura, rispetto per il cittadino, trasparenza e quindi idee. Idee, idee – magari piccole, economiche, ma idee!
Tutto quello che ho
imparato
Questi 4 anni di vita
amministrativa sono stati per me ricchissimi di esperienza umana. Ho
capito molte cose, ne ho viste anche di più, insieme ai colleghi
della minoranza di cui ho apprezzato il lavoro intenso e la lealtà.
Ho visto una maggioranza
governare senza una - e dico una - idea innovativa; governare senza
smalto, senza coraggio, senza “cura” né zelo nel risolvere i
problemi. Ho visto strade sporche; noi della minoranza lo scorso anno
le abbiamo anche fotografate per poi sentirci dire dal delegato alla
raccolta dei rifiuti, capogruppo Maggi, che la città in fatto di
pulizia aveva fatto “passi da gigante”. Cosa sta succedendo con
la raccolta differenziata in questi mesi è sotto gli occhi di tutti
ed è logico – una logica conseguenza. Perché se un amministratore
accetta che la sua città sia “abbastanza sporca” sostenendo che
in fondo non lo è molto, allora accetterà tutto, e non avrà
energia per risolvere niente.
Ho visto
un’Amministrazione intera piegarsi alle ragioni di due grandi
progetti imprenditoriali (ampliamento del porto e Piano Integrato ad
Alibrandi) a tutti i costi, senza vantaggi per la città, anzi
qualche boomerang pronto a tornare indietro . E voglio proprio vedere
ora come andrà a finire con il Castello di santa Severa.
Ho visto “gli amici
degli amici”. Ho visto governare come sempre, come è successo per
decenni in un’Italia che così si è scavata la fossa da sola;
senza idee e senza “cura”, preoccupandosi dei privilegi dei
pochi, è certo che lì dentro finiremo. Ed infatti ho visto le
strade svuotarsi in estate e sentire persone che da Santa Marinella
se ne vogliono andare. Ho visto le palme pubbliche morire, e invece
molte di quelle private resistere, semplicemente perché i loro
proprietari hanno accettato di curarle, e trovato il modo di farlo.
Ho imparato che la
politica non è di per sé sporca, non lo è affatto, ma se mai è
faticosa. Che bisogna lavorare tanto, è cioè studiare tanto,
cercare tanto, parlare con molte persone e per ore, discutere,
scrivere, mediare. Che c’è da farsi mangiare il fegato.
Ho immaginato più da
vicino quanti pensieri e preoccupazioni deve avere un sindaco, e non
dubito che il sindaco Bacheca ne abbia avute molte. Il problema è
che se uno giura sulla Costituzione poi deve dare l’anima per far
funzionare le cose, perché nessuno l’ha obbligato a candidarsi.
È per questo che
quello che spero ora è un cambiamento vero, radicale per Santa
Marinella. È un cambio di
governo. È una nuova primavera, quella delle elezioni 2013.
Paola Rocchi, capogruppo
“Un’altra città è possibile”
Ciao Paola, non ci conosciamo ma ogni volta che leggo le tue righe mi sento in colpa per non dare un mio contributo attivo a migliorare il contesto in cui viviamo. Al di la di qualsiasi orientamento politico concordo che oggi più che mai c'è bisogno di onesta, volontà e tanta fatica. L'idea che mi son fatto di Santa Marinella è quella di un posto che sta perdendo la propria identità ed sembra abbandonata al degrado ormai da molte amministrazioni.
RispondiEliminaPietro
Caro Pietro, purtroppo hai ragione due volte, a cominciare dal fatto che ora questa città ha davvero bisogno della buona volontà e della fatica dei suoi cittadini, di quelli più sensibili, più innamorati, o forse di quelli che hanno sufficiente tempo per dedicarsi alla politica, sufficiente forza (non sempre ne disponiamo, e parlo anche per me che ce la sto mettendo tutta).
RispondiEliminaIn realtà, di tempo ne basta anche poco, ognuno può fare una cosa, ognuno può "essere" qualcosa per questa città, con i suoi tempi e i suoi modi.
Il tuo messaggio per esempio è bello e incoraggiante - e ti assicuro che molte volte un incoraggiamento e la certezza di non essere soli, sono davvero indispensabili per chi fa politica senza secondi fini. Quando deciderai di fare di più, basterà battere un colpo.
Non troverai il deserto, come non lo troveranno tutti quelli che decidessero di dare una mano per cambiare il volto della nostra città.
In realtà, sebbene a fatica, sebbene con molte frustrazioni, qualcosa di positivo noi della minoranza abbiamo cercato di fare, per migliorare le cose.
Il vento, sai Pietro, sta cambiando. E' ancora una brezza, ma io da questa postazione la sento.
Il fatto è che purtroppo è un vento strano: non viene da sè, ma dobbiamo essere noi a soffiare forte. In tanti e in una stessa direzione.
Grazie per le tue parole, a presto
Paola