Ancora molti incivili lasciano rifiuti in prossimità delle campane del vetro! Anziché sanzionare ed educare gli incivili, pare che per Bacheca la soluzione sia togliere le campane |
Se davvero la maggioranza crede
di migliorare la situazione dei rifiuti in città, togliendo le campane del
vetro, esprimiamo il nostro dissenso e la nostra sorpresa. La modalità delle
campane è prevista dal contratto, e se si modifica questa parte, il contratto
andrebbe rimodulato anche dal punto di vista economico. Inoltre ci sorprende
l’ennesima prova di superficialità e disinteresse rispetto al problema. Ma
davvero Bacheca crede che la colpa di una città sporca stia nei cassonetti del
vetro?
E’ un fatto grave che il sindaco non si renda conto, o finga di non sapere, che se ancora
tanti cittadini non differenziano la responsabilità è soprattutto comunale,
cioè della sua maggioranza. Nonostante le nostre obiezioni politiche e i nostri
suggerimenti (articoli, dossier, denunce, interrogazioni e mozioni) per almeno
tre anni non ci sono stati
controlli, né sui cittadini né sulla Gesam, come la stessa ditta ha
sostenuto nel suo ricorso contro la multa di 200mila euro, che ora è scesa
a 85mila perché evidentemente
l’amministrazione ha dovuto ammettere anche le proprie di inadempienze.
Inoltre l’Amministrazione non ha
intrapreso nessuna opera di educazione vera e propria. Un ditta pagata circa centomila euro nel 2011 ha solo informato sulle modalità del porta a porta, con qualche incontro nei quartieri e con lettere, che non sono arrivate neppure
a tutti i cittadini.
Sulla importanza
civica della differenziata, sul problema delle discariche, sul legame fra
corretto riciclaggio dei rifiuti e risparmi sulla bolletta TARI, la Maggioranza
Bacheca non ha mai speso una parola né
intrapreso un’azione di vero coinvolgimento. E sì che in Consiglio comunale
glielo abbiamo chiesto in tutti i modi. Non ha spiegato mai bene e capillarmente che se non guadagniamo niente dal riciclaggio dei materiali, è perché attualmente sono "invendibili" - cioé troppo sporchi per essere venduti al CONAI. Nella situzione in cui si trovano, al massimo ci fanno risparmiare la discarica, ma non ci rendono nulla.
Del resto quattro anni di
gestione dei rifiuti Bacheca-Gesam ci hanno
abituato a tanto – comprese strade che tenacemente non vengono pulite
come imporrebbe il contratto, o discariche urbane intorno ai cassonetti che
nessuno rimuove. L’ultima uscita sui
giornali da parte del sindaco suona però come una presa in giro: quasi alla scadenza
del contratto, pare che Bacheca abbia finalmente deciso che “pure” Santa Severa
deve differenziare i suoi rifiuti.
Riteniamo senza dubbio comica ma
inaccettabile questa affermazione visto
che il contratto di 16milioni di euro in 5 anni firmato con la Gesam e
l’ordinanza 42 del 2012 firmata dal sindaco stesso prevedono “gia’” il porta a porta a Santa Severa,
sebbene svolto con modalità differenti da
quelle stabilite per gli altri quartieri. In pratica cassonetti stradali
anche per carta e plastica, ma ritiro porta a porta per indifferenziato e umido
come per resto della città, non certo i “vecchi” cassonetti dell'indifferenziato per strada, che sono chiaramente un invito a non riciclare.
Il fatto che Bacheca, Maggi e
tutta la Maggioranza abbiano accettato i cassonetti stradali per la frazione è
un altro aspetto gravissimo di tutta la vicenda Gesam. Forse non tutti hanno chiaro
che la mole di rifiuti non differenziati di Santa Severa peserà sulle bollette
TARI del prossimo anno. Infatti quelle bollette possono diminuire (e avrebbero
potuto già farlo) solo se diminuiranno le quantità dei rifiuti indifferenziati
che portiamo a discarica. Anche Santa Severa doveva differenziare quindi come da contratto, ma questo
non è avvenuto con le conseguenza di avere costi maggiori per il conferimento a
discarica e la frazione invasa dai rifiuti. L’unico soggetto ad aver
risparmiato è la Gesam. Ma ora Bacheca ha trovato la soluzione a cui nessuno aveva ancora pensato: porta a porta pure a Santa Severa! Ma guarda che scoperta.
Paolo Montaldo, coordinatore ACP
Paola Rocchi, consigliere ACP
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