Anche a Santa Marinella si raccolgono le firme per 4 quesiti referendari.
Riceviamo e pubblichiamo dal circolo di SEL il comunicato che annuncia l'iniziativa e una scheda che li spiega brevemente.
Il
circolo di Sel “Lucio Magri” promuove sul
territorio di Santa Marinella la raccolta delle
firme per cinque quesiti referendari legati al
tema dei diritti civili, l’associazione Società
Vitale aderisce e sostiene l’iniziativa e il
consigliere Paola Rocchi ne garantirà il corretto
svolgimento.
Questi i temi dei referendum: abrogazione del reato di clandestinità e delle norme che legano il permesso di soggiorno al contratto di lavoro; riduzione dei tempi tra la separazione e il divorzio; devoluzione allo Stato delle quote dell’8Xmille dei contribuenti che non esprimono una scelta (attualmente devolute alle confessioni religiose); abolizione della pena carceraria per i fatti di lieve entità in materia di stupefacenti (consumo, coltivazione domestica, possesso di piccole quantità, ecc.). La raccolta delle firme si terrà il 31 agosto e il 1 settembre e poi il 7 e 8 settembre in Largo Giuseppe Gentilucci (piazza dietro la sede della polizia municipale), dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 17.00 alle 20.00. Per poter depositare la propria firma è necessario essere iscritti nelle liste elettorali del comune di Santa Marinella e presentare un documento. |
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IMMIGRAZIONE (due quesiti):
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il primo
quesito cancella la norma che ha introdotto il reato di clandestinità e la
relativa carcerazione. È lesiva dei diritti di persone che fuggono da
situazioni di sofferenza, e va sostituita da politiche, anche comunitarie, di
accoglienza e integrazione. Il secondo abroga quelle norme che, legando la
permanenza nel nostro paese alla stipula o al rinnovo di un contratto di
lavoro, consegnano migliaia di migranti al ricatto di datori di lavoro senza
scrupoli, disonesti o malavitosi. La legge è ancora più iniqua nei confronti
dei lavoratori stranieri, regolarmente in Italia, che perdendo il lavoro
ottengono solo un rinnovo temporaneo del permesso per sei mesi e poi
l’espulsione.
I
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due quesiti andrebbero a cancellare le norme
più restrittive dell’attuale legislazione per ritornare ad un regime simile a
quello della legge Turco-Napolitano, più indirizzata all’integrazione sociale e
alla definizione dei diritti-doveri degli stranieri nel nostro paese e in
Europa.
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DIVORZIO BREVE
La norma attuale prevede tre anni di separazione
obbligatoria prima del divorzio. L'abrogazione ridurrà il carico sui tribunali in termini di costi
sociali e durata dei procedimenti, e consentirà ai cittadini in fase di
separazione di ridurre gli oneri derivanti dal protrarsi di una situazione di
disagio e indeterminatezza.
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DESTINAZIONE DELL’OTTO PER MILLE
A
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ttualmente l’8x1000 di chi non esprime alcuna
indicazione viene ripartito tra alcune confessioni religiose. L'abrogazione di
questa legge restituirebbe all’organizzazione economica collettiva un indirizzo
di maggior laicità e, in una fase di crisi economica come quella che stiamo
vivendo, fornirebbe maggiori risorse per fronteggiare il crescente disagio
sociale. La quota di 8x1000relativa alle scelte non espresse (circa 600 milioni
di euro l’anno) rimarrebbe in capo al bilancio generale dello Stato.
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STUPEFACENTI
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L’abrogazione della norma eliminerebbe la pena detentiva
per le violazioni “di lieve entità” (coltivazione domestica, possesso e
trasporto di quantità medie) che di fatto prevedono il carcere anche per i
consumatori. Rimarrebbe invece la sanzione pecuniaria, da 3mila a 26 mila euro.
È un primo passo per una più corretta definizione della questione delle droghe
leggere, soprattutto in considerazione della disparità di trattamento riservata
al consumo degli alcolici. A causa di convenzioni internazionali stipulate
dall’Italia, la legalizzazione non è raggiungibile per via referendaria ma il
quesito si muove nella giusta direzione. È fondamentale evitare la detenzione
carceraria, tanto inutile quanto costosa, di coloro che fanno uso di queste
sostanze senza adottare comportamenti socialmente pericolosi. La vittoria del
referendum porterebbe a una riduzione del carico giudiziario e penitenziario in
un sistema oberato dai procedimenti relativi a reati di piccola entità e
libererebbe risorse indispensabili per il perseguimento dei traffici di
stupefacenti in capo alle organizzazioni criminali.
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