In questi giorni di pioggia autunnali, la Toscana e la Liguria
contano i danni ingenti di piogge improvvise, allagamenti, frane, la
caduta di un ponte. Noi a Santa Marinella abbiamo commemorato da
poco i nostri morti dell'alluvione del '81 ma nel frattempo non è
partita ancora la sistematica pulizia ordinaria dei fossi, che
andrebbe fatta in estate, nè l'Amministrazione Bacheca è riuscita
finalmente a rispettare la legge in fatto di Protezione civile. Ci
riferiamo cioé all'obbligo, che andava rispettato entro il 2012, di
approvare un Piano di Emergenza Comunale (PEC), uno strumento
indispensabile sia
per la prevenzione dei rischi che
per la gestione delle emergenze (tra cui alluvioni, incendi e
trombe marine,
eventi a cui è sottoposto periodicamente il nostro territorio).
Il PEC, infatti, non è un semplice atto burocratico approvato dal
Consiglio Comunale, ma piuttosto un piano che stabilisce
concretamente chi fa che cosa (con tanto di numeri di telefono) in
caso di calamità, stabilisce la logistica, gli strumenti di cui
bisogna dotarsi (quanti sono e dove sono in caso di bisogno), le
risorse umane e quelle economiche, le esercitazioni e le
simulazioni. Oltre alle emergenze, stabilisce anche le modalità
concrete di prevenzione insomma è un piano essenziale per tutti i
territori, ma in particolare per quelli fragili e sottoposti a
rischi, come nel caso del rischio idreogeologico per Santa
MArinella.
Nel sito della protezione civile nazionale non solo si ribadisce
ciò, ma si fornisce anche una mappa delle Regioni più virtuose,
come quelle in cui i comuni sono dotati di piano nel 100% dei casi
(Valle D'Aosta e Molise), oppure nel 99% (Umbria e
MArche).
Il Lazio non si distingue per efficienza, ma va detto che nel
comprensorio Santa Marinella ottiene la maglia nera:
Civitavecchia, Allumiere, Tolfa e Ladispoli sono dotati di piano e
noi invece no. Nonostane i nostri fossi pericolosi. Nonostante il fatto che ogni anno piangiamo il
ricordo dei nostri morti.
La minoranza
Come non condividere, essendo io stesso testimone, seppur nel mio piccolo? Infatti davanti casa ho un piccolo fosso, che porta via le acque piovane provenienti da Via Pontenuovo e dal tratto di Via Aurelia Vecchia vicina alla Trattoria.
RispondiEliminaIl risultato? Improvvisamente sono apparse tubature e costruzioni abusive di cemento che hanno reso il ponte a volta sotto la ferrovia grande appena per infilarci la testa. Ho visto personalmente quel fosso in "piena", in un giorno di pioggia abbondante: persino la strada e il cortile di casa si erano allagati.
Il responsabile? Non si sa. Non si sa se il fosso appartiene alle FS, che hanno la proprietà sul terreno del casello, oppure al territorio comunale. Ergo entrambe le parti se ne lavano le mani.
Ma questa cosa esce fuori adesso? No, mio padre in 4 anni ha già fatto 4 denunce diverse, ma nessuna amministrazione comunale ha preso in considerazione il fatto.
Per ridere ancora: qualche settimana fa, data la pioggia, ci sono stati dei controlli. Mio padre ha fatto presente anche il problema che quando veniva tagliata l'erba questa non veniva raccolta, attappando quindi le griglie dell'acqua piovana (che, nonostante le tasse pagate per i "servizi", sono sempre state pulite da mio padre).
Mai più visti.
Ridere o piangere?