(Manifesto per la presentazione del rapporto annuale SPRAR a cura dell'ANCI - Associazione Nazionale Comuni Italiani) |
Per
il Comune di Santa Marinella, un bel 69°posto su una graduatoria nazionale
pubblicata dalla Gazzetta ufficiale e da un sito del Ministero degli interni.
Un’occasione di civiltà, per un progetto finanziato da fondi Europei con un
contributo annuo assegnato al Comune di
Santa Marinella di 274.820 Euro,
rispettivamente per gli anni 2014, 2015, 2016. Il tutto per dare ospitalità a
25 rifugiati politici, e non solo in termini di alloggio e vitto, ma anche con misure di informazione, accompagnamento, assistenza e
orientamento, attraverso la costruzione di percorsi individuali di inserimento
socio-economico, o almeno questo dice il bando. E poi “assistenza
sociale, mediazione linguistica e culturale, inserimento lavorativo, attività
multiculturale, orientamento legale, formazione, inserimento scolastico,
assistenza sanitaria, altro”.
Un programma che punta alla solidarietà e che ha un nome importante: Sistema di Protezione
per i Richiedenti Asilo e Rifugiati ( SPRAR).
Il
Comune di Santa Marinella vince da alcuni anni il finanziamento (uno dei 12
comuni del Lazio) eppure quasi nessuno lo sa. Non solo la cosa non è stata mai
pubblicizzata, ma non ci risultano neppure iniziative pubbliche nella direzione
della integrazione o della cultura dell’accoglienza, previste dal programma. Una segretezza che non condividiamo, e certo
non può reggere la scusa che il sindaco ci ha già dato durante una seduta
consiliare e cioè che tale segretezza si giustificherebbe con la condizione di rifugiato politico.
Questa argomentazione contrasta
completamente con lo spirito del bando e del programma, che parla di
integrazione e di cultura dell’accoglienza, e anzi nasce per contrastare il
rischio di “esclusione. L’argomentazione
contrasta inoltre con la pubblicità data
alle graduatorie dal Ministero dell’interno e anche con ciò che stanno facendo altri
comuni. “Faccia a faccia con i 120 rifugiati dello SPRAR nella Tuscia” così
intitolava un quotidiano on-line lo scorso 20 giugno, giornata internazionale
del rifugiato.
Del resto quello che si chiede non è
conoscere i nomi e cognomi, ma è sapere come vengono spesi i soldi, se solo in
alloggio e vitto o anche in iniziative di integrazione vere. Vogliamo sapere
perché questi soldi non vengono spesi anche in iniziative che possano far
riflettere sul problema, parlare di pace e di integrazione. Per una questione
di trasparenza, e proprio in linea con la cultura dell’informazione e della
integrazione, vogliamo sapere come viene svolto il programma e da chi. Vogliamo
sapere ad esempio in cosa consistono gli alloggi, se affitto di appartamenti o
residenze e come vengono scelti i proprietari delle abitazioni da affittare.
Vogliamo sapere quale struttura, ente, associazione lavora con i rifugiati e
quali risultati ha ottenuto, chi controlla e chi monitora. Insomma vogliamo che
la città sappia, comprenda il dramma umano, capisca perché l’Europa é pronta ad
aiutare, e soprattutto accolga, alla luce del sole e non nel silenzio
dell’inconsapevolezza.
Per questo abbiamo scritto e proposto al consigliere del PD di firmare
insieme a noi un’interrogazione, con la speranza di avere risposte chiare e
solerti, dal sindaco e magari anche dal collega Fratturato, che a quanto
sappiamo è il consigliere che con L’Ancora ha introdotto a Santa Marinella il
bando. Senza che lo sappia nessuno, per altro. A parte i pochi coinvolti nelle
attività previste dal programma, che l’Europa finanzia con circa 300mila euro
l’anno.
Per chi volesse confrontarsi con quello che succede al di là del Marangone, consigliamo di farsi un giretto a Muro, o a Martina Franca. Loro hanno persino un sito sulle iniziative dello SPRAR. Uguale preciso a Santa Marinella...