Alla delibera sulla variante per il porto abbiamo votato no.
I motivi riguardano le decisioni e i comportamenti
delle due Amminstarzioni Bacheca in tutta la vicenda, a partire dal 2009. Del resto la variante che la maggioranza ha
approvato è appunto quella del 2009, a cui contestammo di essere stata prodotta al di fuori di una
programmazione urbana che avrebbe dovuto interessare l’intero centro, compresa
la zona dell’ex cementificio. Da un punto di vista urbanistico e della
viabilità, ci dovrebbero spiegare come si concilierà la rotonda prevista nell’area
de Simoni, con il budello del sottopasso ferroviario e del semaforo,tanto per fare
un esempio. Ma tutto questo lo dicemmo già nel 2009 senza essere ascoltati.
Gli altri motivi che ci hanno condotto a votare no alla variante
riguardano ciò che è successo nei sei mesi che il Consiglio di Stato ha
concesso al Comune per produrre una variante urbanistica, e cioè niente.
La maggioranza è arrivata, a suo dire, all’ultimo giorno
utile, senza nessun coinvolgimento della città sul tema così delicato della costruzione di un
porto, ignorando anche la nostra
richiesta di una commissione urgente sulla questione, protocollato 2 mesi fa.
Del resto il problema dell’inerzia non si riferisce solo al
mancato coinvolgimento della popolazione e della minoranza. Ben più grave è
quello che la Giunta Bacheca ha, ancora una volta dimostrato: restare immobile
di fronte alla Porto Romano, senza verificare come la società stia rispettando
i patti fino ad ora sottoscritti, la concessione, le normative, senza cercare
strade che possano risolvere definitivamente la questione.
Crediamo che questo immobilismo
giovi ed abbia giovato in questi 6 mesi, solo alla Porto Romano. Un atteggiamento
del genere è utile alla società per continuare a fare ciò che ha fatto fino ad
ora, e cioè gestire l’attuale porticciolo, riscuotere i canoni degli affitti
dei posti barca, con denunce e ricorsi
al TAR rimandare di fatto l’ampliamento, unica
ragione perché possa gestire la vecchia darsena costruita con i soldi
della collettività. Darsena che, è bene ricordarlo, dopo l’ampliamento dovrebbe
tornare nella piena disponibilità dei residenti del Comune di Santa Marinella,
secondo quanto previsto dall’Accordo di collaborazione del 1997.
Basterebbe che
il Comune verificasse il rispetto di
tale Accordo, atto fondante di tutti i
successivi, anche di fronte ad organi sovraesposti, cosa che Bacheca non ha mai
fatto, tanto meno negli ultimi 6 mesi. Eppure è stato lo stesso sindaco ad
ammettere che la società Porto Romano si sta dimostrando “ostile” nei confronti
della città. Basterebbe verificare, e comunicarlo alle autorità coinvolte nella
vicenda, se la gestione rappresenta “un
modello di sviluppo della costa”, se sono stati realizzate “opere primarie e
infrastrutturali” in linea “con gli stardard internazionali” ad esempio in
fatto di servizi primari, o gestione
delle tematiche ambientali . Se il dragaggio è stato fatto a regola d’arte, se
la città e i diportisti possono godere, all’interno del porto, “del verde
attrezzato, di spazi culturali e ricreativi, di attività artigiane”, come
previsto dall’atto di collaborazione. Se sono stati costruiti tutti i box per i pescatori e il mercato del pesce.
Nel frattempo tutti sanno che con i suoi prezzi la Porto Romano ha allontanato i piccoli diportisti locali, anima storica del nostro porticciolo, che gli
organizzatori di un’importante regata velica
invernale, con tutto l’indotto del caso, per gli stessi motivi economici,
hanno trasferito la manifestazione a Riva di Traiano.
Rispetto agli accessi della viabilità al porto, oggetto
della delibera di variante, ora la società ha fatto già sapere che la cosa non
la riguarda. Se impugnerà la delibera, si ricomincerà da capo con i tribunali,
e la situazione rimarrà la stessa.
Se veramente il sindaco Bacheca crede che la Porto Romano
sia ostile alla città, crediamo che sia giunto sul serio il momento di uscire dall’immobilismo e
agire, come si è impegnato a fare nell'ultima parte del Consiglio. Tutto questo nel rispetto di quanto scritto e sottoscritto nell'Atto di Collaborazione già citato, e cioé "che l'attuale darsena è stata realizzata
con le riscorse pubbliche a beneficio della collettività di Santa
Marinella e pertanto costituisce un ingente patrimonio economico e sociale. Che l'interesse generale dell'intera collettività impone la piena conoscenza e vigilanza delle fasi di progettazione, costruzione e gestione delal struttura portuale, dovendo il progetto rappresentare un modello di sviluppo della costa, rispettoso della normativa vigente, dei valori storici e paesaggistici, nonché dei residenti e degli operatori locali"
Cos'altro ci serve ancora?
Paolo Montaldo, coordinatore ACP
Paola Rocchi, consigliere ACP
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