Alla vigilia di una tornata elettorale seria e importante per le sorti
della nostra città, nei giorni scorsi il
sindaco Bacheca è tornato sulla stampa per parlare della macchinetta per
misurare la pressione, con toni solenni e sdegnati.
I sottoscritti avevano messo in evidenza due fatti. Prima cosa:
l’amministrazione di cui lui è a capo e di cui Fratturato è assessore al
personale, in 9 mesi non è riuscita ad acquistare un misuratore di pressione,
nonostante regolare segnalazione della farmacia lo scorso giugno. Ma non è un
caso visto che non c’è un ufficio acquisti, gli uffici non comunicano tra loro,
il bilancio è gestito male, né ha un responsabile. Seconda cosa: in questo
contesto, è senza dubbio fuori luogo il fatto che questa beneficienza (fatta
con i suoi soldi e quelli di altri) sia stata messa in piazza con tanta enfasi.
Soprattutto in campagna elettorale.
Non potendo sopportare tali critiche, Bacheca ha risposto con parole di
fuoco, dicendo che “ci dovremmo vergognare di quello che diciamo e facciamo”.
Se questa fosse una battaglia navale, la risposta da dare sarebbe una sola:
“colpito e affondato”.
Poiché l’accusa è in effetti pesante, rispondiamo al sindaco in modo più
dettagliato,quanto sereno. Nella nostra attività di consiglieri mettiamo in conto errori, ma non
abbiamo motivo di vergognarci di niente e anzi andiamo fieri di una
cosa: noi non campiamo di politica.
La politica per noi non è un mestiere, ma una forma di volontariato che
facciamo con la speranza di dare un contributo. Nel caso tale contributo
risultasse inutile, saranno gli elettori a mostrarcelo; in questo
caso, serenamente ritorneremo alla nostra vita precedente a questo
impegno amministrativo. La cosa vale per noi, e vale per tutti gli aderenti
alla nostra lista, presenti e passati. E di questo noi andiamo fieri, a testa
alta.
La nostra attività è nata così, e così resterà fino a che non avrà
realizzato l’obiettivo di una politica libera dai favori e delle clientele. E se qualcuno si deve vergognare è chi da anni
in consiglio abbassa la testa davanti al potente di turno perché non è libero
di fare cosa e come crede.
Paola Rocchi e Stefano Massera
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