Il bello che c’è
“Non esiste una nazione meglio attrezzata per affrontare un
futuro di economia sostenibile. Siamo il Paese più bello del mondo e la
bellezza è oggi la merce più ricercata. Abbiamo immensi giacimenti culturali,
una miscela unica di meraviglie naturali e costruite nei secoli, una posizione
centrale nel Mediterraneo, una situazione climatica ideale per produrre energia
pulita, con sole, acqua, vento.”
Renzo Piano
E se scommettessimo sulla bellezza?
Foto di Patrizio Demartis
Il
suggerimento viene dall’Unesco che dedica la settimana dello sviluppo
sostenibile - 18/24 novembre 2013 - al
tema dei paesaggi della bellezza. L’Italia conta ben 49
siti dichiarati patrimonio dell’umanità,
siti naturali e soprattutto storici: le
Dolomiti, i sassi di Matera, Pompei, Siena, Firenze, Venezia, Roma …
La
caratteristica delle nostre città è la
sapiente integrazione tra l’eleganza
prodotta dall’uomo e la bella cornice naturale dove sorgono. Certo nel XX secolo molto si è fatto per
distruggerle affiancando ai meravigliosi centri storici periferie anonime
e cementificate che ne alterano i
profili.
Ma
proprio in tempo di crisi, lo sviluppo sostenibile potrebbe rivelarsi un’
opportunità per costruire il
futuro: qualità della vita, energia rinnovabile, nuovo modo di spostarsi
e di alimentarsi.
Tanto
più per cittadine di recente ubicazione come S. Marinella, che - costruite
troppo in fretta e spesso in barba ad
ogni idea di pianificazione - appartengono per fortuna a un territorio
che aspetta solo di essere scoperto e preservato nella sua bellezza naturale ed
archeologica.
I
monti e le colline tra Allumiere, Tolfa,
Manziana, Cerveteri e Santa
Marinella sono stati dichiarati dall’ Unione Europea Zona a
Protezione Speciale (la biodiversità che li contraddistingue ne fa un unicum
geografico: 30 specie circa di orchidee selvagge, 130 tipi di uccelli, 90 di farfalle ed altre rarità ancora, come
la vite silvestre o un particolare tipo di felce); dove inoltre è possibile rinvenire siti
archeologici che interessano
varie epoche dalla romana alla etrusca fino a risalire a quella più antica dell’ età del bronzo. Per
non parlare delle cave di allume o del castello di S. Severa, della miniera a
La Roccaccia o del forte Michelangelo.
In
rete con le città confinanti è possibile pensare ad un circuito turistico da
affiancare a quello più tradizionale che conduce a Roma? Un itinerario
alternativo per chi apprezza la natura e la storia e ama trascorrere giornate
in allegria con prelibatezze culinarie della tradizione locale?
Nessun commento:
Posta un commento