(Niccolò Machiavelli) |
Mi scuso se, a distanza di pochi giorni, firmo due post con il mio nome, perché non è questo lo spirito del blog, che da sempre ha evitato personalismi di sorta (e continuerà ad evitarli).
Il fatto è che vengo da un Consiglio Comunale a suo modo significativo, in cui la nuova Amministrazione ha presentato fondamentalmente due provvedimenti: le linee programmatiche e le tariffe della TARES.
Entrambi potrebbero suscitare, in chi ha seguito le vicende politiche di questi anni, una bella dose di rabbia.
Le linee programmatiche sono lontanissime dalla realtà dei fatti di questa nostra città, anzi sono opposte, realtà dei fatti che ha creato oppure assecondato lo stesso sindaco, che ora parla di puntare su "Santa Marinella città intelligente".
Riguardo alla Tares, pagheremo la pulizia delle strade che non è mai stata eseguita secondo il contratto, mentre nel 2012 (anno sul quale si basano i calcoli della TARES) la città ha prodotto 3 etti di rifiuti differenziati a cittadino al giorno, a fronte di 1 chilo e 800 grammi di indifferenziato, per i ritardi sul porta a porta. In pratica 400mila euro in più sul conferimento a discarica a Cupinoro (come ammesso dallo stesso Minghella) perché il contratto non è stato rispettato. Poiché la TARES deve coprire integralmente i costi del servizio di nettezza urbana, più sono alti questi costi, più i cittadini pagano. Oppure, detto in altri termini, più rifiuti indifferenziati produciamo, più paghiamo. Aver scelto la raccolta differenziata Porta a porta doveva quindi portare ad un abbattimento dei costi, ma così non è stato. Per colpa di chi? "Dei romani", ha in pratica detto il delegato Maggi giustificando il fallimento del Porta a Porta, un anno fa. "Agli storni" andrebbe invece imputata la colpa di non tenere pulite le strade. Questo ha detto Maggi quando poi nel corso dell'ultimo Consiglio comunale gli abbiamo contestato la sporcizia di certe vie, (tipo i marciapiedi di via della Libertà) nonostante i 145mila euro che i cittadini dovranno sborsare per lo spazzamento e il lavaggio delle strade, altro compito che deve svolgere la Gesam.
In più la TARES arriva in tre rate ravvicinatissime, perché la maggioranza non ha portato il regolamento in Consiglio per tempo, nonostante l'ufficio fosse pronto. Se il sindaco e la sua giunta si fossero dati una mossa, potevamo pagare una rata a luglio, una a ottobre e il conguaglio finale con tutti i calcoli a dicembre.
Ma non si sono dati una mossa, e poi perché? hanno vinto, no? Hanno il consenso dei cittadini, 'nevvero?
Questo ogni volta ripetono, quando vogliono tagliare corto con le critiche...
Davvero delle Volpi.
Per questo non mi sembra così astruso concludere questo intervento incollando di seguito il commento di un Anonimo al post precedente, e la risposta che ho tentato.
Paola Rocchi, consigliera comunale di ACP
Paola Rocchi, consigliera comunale di ACP
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"Professoressa Rocchi,è probabile che Lei lo abbia più volte
ricordato ai suoi alunni come il maestro abbia codificato che il politico,sia
esso Principe che Vulgo,per essere vincente debba essere prima,e
contemporaneamente,forte come il leone e astuto come la volpe...e che
l'applicazione della categoria dell'etica alla politica porti irrimediabilmente
alla sconfitta".
Gentile Anonimo, conoscitore del Maestro (detto anche
"Il Macchia" da alunni scherzosi), che peccato non sapere il suo nome
così da portela ringraziare con più calore.
E' esattamente come dice lei. Il Macchia ha fatto nascere la Scienza politica descrivendo la "realtà effettuale" e non la "immaginazione di essa" consigliando il reggitore dello Stato di mentire e sopraffarre, se necessario. Perché gli uomini sono quello che sono, spergiuri, ingrati e fondamentalmente preoccupati solo della propria borsa. C'è una piccola considerazione da fare, però. Machiavelli consigliava in modo accorato tutto questo subordinandolo al fine, e cioè al Bene dello Stato. Ma io mi chiedo: un amministratore che tollera la sporcizia e la mancanza di decoro, che non vigila su uno stupidissimo contratto, il Bene di chi sta tutelando?
A parte ciò, chi nasce rotondo non muore quadrato, e ci sono certi che Volpi non saranno mai, nè tanto meno serpenti. Inoltre non di rado ci si mette pure la Fortuna (intesa come Caso).
Convengo con Lei che, allora, forse è meglio che costoro lascino stare la politica.
Per quello che mi riguarda, ho imparato la lezione. Non dagli scritti del Maestro lungamente commentati, ma dell'esperienza. Maestra a sua volta di Machiavelli, uomo politico che subì del resto lui pure i colpi della Fortuna: costretto all'esilio, riaccettato con sospetto e poi di nuovo allontanato dalla vita politica...Forse non era una Volpe nemmeno Lui. E meno male, perché le Volpi passano, mentre gli Uomini grandi come Lui invece no. La loro moralità di fondo, il loro impegno strenuo affinchè l'umanità migliori, tutto questo, nei Grandi, non si spegne. Grazie per avermi dato la possibilità di ricordarlo. "A ognuno puzza, questo barbaro dominio".
P.R.
E' esattamente come dice lei. Il Macchia ha fatto nascere la Scienza politica descrivendo la "realtà effettuale" e non la "immaginazione di essa" consigliando il reggitore dello Stato di mentire e sopraffarre, se necessario. Perché gli uomini sono quello che sono, spergiuri, ingrati e fondamentalmente preoccupati solo della propria borsa. C'è una piccola considerazione da fare, però. Machiavelli consigliava in modo accorato tutto questo subordinandolo al fine, e cioè al Bene dello Stato. Ma io mi chiedo: un amministratore che tollera la sporcizia e la mancanza di decoro, che non vigila su uno stupidissimo contratto, il Bene di chi sta tutelando?
A parte ciò, chi nasce rotondo non muore quadrato, e ci sono certi che Volpi non saranno mai, nè tanto meno serpenti. Inoltre non di rado ci si mette pure la Fortuna (intesa come Caso).
Convengo con Lei che, allora, forse è meglio che costoro lascino stare la politica.
Per quello che mi riguarda, ho imparato la lezione. Non dagli scritti del Maestro lungamente commentati, ma dell'esperienza. Maestra a sua volta di Machiavelli, uomo politico che subì del resto lui pure i colpi della Fortuna: costretto all'esilio, riaccettato con sospetto e poi di nuovo allontanato dalla vita politica...Forse non era una Volpe nemmeno Lui. E meno male, perché le Volpi passano, mentre gli Uomini grandi come Lui invece no. La loro moralità di fondo, il loro impegno strenuo affinchè l'umanità migliori, tutto questo, nei Grandi, non si spegne. Grazie per avermi dato la possibilità di ricordarlo. "A ognuno puzza, questo barbaro dominio".
P.R.
Cara Paola,mi permetto di rivolgermi a lei in tono confidenziale,perché in lei ammiro la venatura gramsciana che le permette di scagliare sul mondo l'ottimismo della sua volontà.Ed è per ciò che mi consento una piccola chiosa al suo ragionamento.Il nostro,dunque,dopo aver osservato che gli esseri umani preferiscono perdere il padre piuttosto che il patrimonio,costruisce poi,come un fiore spuntato nel deserto,la figura utopica del Principe che lavorerebbe al bene comune,e la identifica con chi sappiamo noi,ritenendo che il suo obbiettivo fosse quello di costruire l'Italia,quando il Signore in questione lavorava invece per costituirsi un regno a vantaggio proprio e della propria casata.Le due cose venivano a coincidere solo casualmente.Quando poi l'Italia venne effettivamente prodotta,mascherata sotto le bandiere del mito risorgimentale,fu la borghesia agraria lombarda a volerla,nel tentativo di crearsi un mercato interno e di svincolarsi dal protezionismo asburgico che le impediva l'auspicato ampliamento delle forze produttive.Come vede,nessun principe è mai comparso sulla faccia del nostro sciagurato paese,neppure quando ha assunto le fattezze dell'intellettuale collettivo,nel secolo di poi.Tutto ciò non mi impedisce di inchinarmi di fronte alla genialità machiavelliana e riconoscerne tutta la forza trascinante,ed accostargli il suo amico corrispondente che è morto amareggiato per non aver potuto osservare la "Ruina" di questi preti sciagurati.
RispondiEliminaQuello che mi appassione della scrittura di Machiavelli è la sua limpida razionalità, la sua forza nell'andare al cuore delle cose, la concretezza. Eppure questo pensiero cristallino secondo me ha un'origine precisa, che con la Ragione c'entra fino ad un certo punto: è passione civile, è forza morale profonda, è sentimento. Così, quando leggiamo in classe "il Macchia", più che il suo abbaglio per il Valentino, quello che cerco di mettere in evidenza è, appunto, la tensione morale che anima il suo pensiero. Le ultime pagine del "Principe" sembrano scritte da un'altra persona, ed invece è la stessa. E' la passione delle ultime, che ha generato le prime, e non si può che restare incantati.
RispondiEliminaRiguardo all'Italia, poi, io ho trovato illuminante un libro dell'antropologo Marino Niola che si intitola "I santi patroni"...a proposito di preti...
Ricevo proprio in questo momento un SMS dal Padre Dante,nel quale mi si comunica l'avvenuta modificazione di due luoghi del suo capolavoro,e la trasformazione del secondo da paradisiaco ad infernale:
RispondiEliminaE come li stornei ne portan l'ali
nel freddo tempo,a Santa Marinella
subbito loro,st'uccellacci mali
attaccheno su in arto a fa girella,
e ricolmano di loro retaggi
le strade,a cacatella a cacatella;
e quanno ch'arivamo poi ai lavaggi,
non li vediamo,per nostra mestizia,
né mai minori,e tanto meno Maggi.
UN COMMENTO IN TERZA RIMA!
RispondiEliminaRingraziamo di cuore Lalla per il piacere, e per l'onore. Sarà felice di essere governata (nel caso abitasse dove suona il "chissenefrega") da una maggioranza che nelle sue linee guida (godibili a giorni fra le delibere di Consiglio Comunale di Santa Marinella) ha posto la cultura al centro della sua azione amministrativa, considerandolo settore strategico. Tra l'altro si legge che "l'ufficio dovrà lavorare con energia". Vada, Lalla, a dare qualche suggerimento. Attualmente siamo l'unico comune d'Italia sfornito di assessore, o di delegato alla cultura (ma solo perché il sindaco ha detto che lo farà lui).