Per fortuna che c’è la vita privata. Per fortuna che ci sono
gli affetti e la stupefacente bellezza del mondo, cose che resistono,
nonostante tutto. Per fortuna, perché lo scenario pubblico è davvero deprimente
e le sirene della sfiducia sono una tentazione forte, quella di dire che tanto
tutto va male, e non andrà bene neppure domani, che tanto “tutti sono uguali”.
Ma “tutti” chi? Chi dice questo, forse fra i “tutti” mette
anche se stesso e la sua rinuncia a cambiare le cose, che invece è una strada
difficile, frustrante, in salita, ma è pur sempre strada da percorrere. Chi rinuncia, e dice “tutti”, e ripete “tanto
non cambierà niente”, poi che diritto ha di lamentarsi?
Così noi per sabato abbiamo organizzato un’assemblea
pubblica, perché noi non ci sogniamo di dire che “tutti sono uguali”, e non
vogliamo rinunciare.
Sabato 23, presso la sala piccola della parrocchia di San
Giuseppe alle 17.30, parleremo della tassa sui rifiuti e servizi (la Tares) e
parleremo di acqua pubblica.
Spiegheremo con i dati perché l’Amministrazione Bacheca (con
qualche corsa, con molta buona volontà e impegno, ne siamo consapevoli) entro
la prossima settimana potrebbe ancora evitare ai cittadini il salasso
dell’ultima rata TARES.
Spiegheremo perché negli ultimi anni abbiamo pagato l’acqua
non due, ma tre volte.
Il consigliere Minghella ci ha accusato di populismo, e poi,
per sostenere le sue ragioni, ha sparato un elenco di cose imprecise, o
addirittura fantasiose.
E noi sabato spiegheremo il perché.
Se la sala sarà piena, se in tanti verranno a interloquire
con noi, sarà raggiunto il risultato importante di una città che vuole essere
informata, ragionare, chiedere.
E sarebbe, questa sì, una gran cosa.
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